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Morricone: «Le combinazioni delle sette note sono ormai esaurite e non ripetersi è impossibile»

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A sostenerlo è Lilli Greco, compositore, arrangiatore, produttore e storico talent scout della Rca, stretto collaboratore di Paolo Conte, Francesco De Gregori e Antonello Venditti. La materia del plagio, seppur irta di insidie, è da tempo territorio di caccia di artisti e compositori sconosciuti ma anche teatro di contenziosi legali miliardari, che a volte finiscono per appassionare il pubblico più di una fiction. Vicende lunghe, appassionanti, qualche volta dolorose, sicuramente difficili da gestire. Quasi impossibile stabilire dove finisce il risentimento artistico del plagiato di turno e dove inizia la scaltrezza, il calcolo empirico sul numero di battute effettivamente simili. Anche in Italia abbiamo avuto sentenze sorprendenti - come quella riguardante Luis Bacalov e Sergio Endrigo, lungamente amici e addirittura vicini di casa, a proposito della colonna sonora del film di Massimo Troisi «Il postino» o, ancora la «Will You» di Michael Jackson che Al Bano ha accusato di aver "scippato" alla sua «I cigni di Balaka» ottenendo una sentenza favorevole - ma alla fine, al di là della carta bollata, degli assegni e delle sentenze ufficiali, rimane sempre un senso di amarezza, come se a perdere e ad essere condannata fosse principalmente la musica. Il maestro Greco, che gode di vasto prestigio nel mondo discografico, ha proposto tempo fa l'ascolto del brano in simultanea al Tg2, destando una certa curiosità. «Yesterday» venne registrata lunedì 14 luglio 1965 e fu di fatto un lavoro solista di Paul Mc Cartney: John Lennon, George Harrison e Ringo Starr non erano neppure presenti alla session. Mc Cartney si avvalse solo di una chitarra e di un quartetto d'archi (Tony Gilbert e Sidney Sax ai violini, Francisco Tabarro al violoncello e Kenneth Essex alla viola), accogliendo un suggerimento di George Martin, storico produttore dei Beatles. La vicenda del brano è nota. Paul Mc Cartney si svegliò con quella melodia in testa e nel mettere a punto la sua più classica ballata d'amore utilizzò un titolo provvisorio decisamente poco romantico, «Scrambled eggs», ovvero «uova strapazzate». Fortunatamente cambiò idea, scegliendo un titolo di una sola parola che avrebbe fatto epoca. Due i dubbi: il fatto che il titolo prescelto somigliasse troppo ad un celebre evergreen di Jerome Kern, «Yesterdays» e l'idea che una melodia così bella e compiuta appartenesse a qualcuno, che fosse già stata scritta. Invece non solo era inedita, ma si trattava di un capolavoro assoluto, oltre che il brano in cui i Beatles utilizzarono un quartetto d'archi per la prima volta. Un metodo destinato ad influenzare la produzione del gruppo e quella di una miriade di formazioni pop. Numerosissimi gli aneddoti sul brano. A cominciare dall'idea stessa di Paul Mc Cartney, il quale, probabilmente per non prevaricare i suoi colleghi, decise inizialmente di ridimensionarsi a compositore, senza nemmeno pensare di incidere il brano. Come compositore propose «Yesterday» a Billy J. Kramer, il quale rifiutò sdegnato, sostenendo che stava cercando un brano più popolare. Ma a dispetto di Kramer, che probabilmente si pentì per tutta la vita, «Yesterday» divenne una delle canzoni più incise di tutti i tempi e in sette anni ne vennero realizzate 1.186 versioni diverse. Fra le migliori da ricordare quelle di Frank Sinatra, Perry Como, Otis Redding, Nat King Cole, Marianne Faithfull, Tom Jones, Smokey Robinson, Pat Boone, Cilla Black. Nel gennaio del 2000 fu annunciato che «Yesterday» era stata la canzone britannica più suonata del secolo in America, l'unico brano di un compositore ad esser trasmesso per più di sette milioni di volte sia alla radio che alla tv dal momento della sua pubblicazione (seguito, con 6 milioni di passaggi, da «More», 1963, di Riz Ortolani). Probabilmente l'iniziativa di Lilli Greco non avrà seguito, però è il caso di ricordare che già nel 2004

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