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Mariella Nava: Morandi e Zero i miei tutori

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Le domande di Gigi Marzullo

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Sin da piccola. Ero bambina e già sentivo di fare della musica la mia vita». Come? «Con tanti giochi musicali, pianole, radio, dischi». Una bambina capricciosa? «No. Curiosa e vivace. E a sei anni ho iniziato gli studi classici di pianoforte. Insomma, sono sempre stata al centro dell'universo musicale». È in uscita un suo nuovo album? «Sì. Il singolo è l'assaggio. È un album ancora in fase di realizzazione. Un brano sarà dedicato anche a Papa Wojtyla». Gli incontri importanti della sua vita. Sono stati tanti? «Due fondamentali, Renato Zero e Gianni Morandi. Con Renato è nata una grande stima ed una grande amicizia. Era il 1990. E poi ci presentammo l'anno dopo al Festival di Sanremo». E con Gianni Morandi? «Spedii a Gianni una canzone dal titolo "Questi figli". Il grande Morandi la incise meravigliato per il testo e per la sensibilità che quella canzone aveva. Mi ricordo di lui come una persona eccezionale. Lui si espresse nei miei confronti in modo fantastico. Mi definì una ragazza che sicuramente lascerà un segno nell'ambito della musica leggera italiana». Si sente più autrice o più interprete? «Sono due facce della stessa medaglia. Ho scritto testi per tanti cantanti. Poi è venuto anche il momento di cantare. Mi piace scrivere e cantare. Non saprei fare altro». Sposata convinta? «Sì. Ho avuto una storia lunga quasi vent'anni. Una storia nata sui banchi di scuola. Credevo di non aver più la forza di ricominciare. Ed invece. È stato bellissimo. Si può sempre e si deve sempre ricominciare. La svolta è stata proprio il matrimonio». E i figli? «Per ora non sono arrivati. Ma il momento è opportuno. Ci sto pensando».

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