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«Niente Riina, nel film parleremo di Provenzano»

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Ieri il gran cerimoniere dell'Ischia Global Fest, Pascal Vicedomini, ha premiato interpreti e autori del cinema. Sono sfilati sul palco la nuova superstar di Hollywood, l'ex fotomodella tedesca Diane Kruger, gli americani Metthew Modine e Geena Gershon (interpreti di film-culto, quali «Birdy», «Full metal jacket», «Face off», «Boud») e il nostro Marco Risi. Il regista milanese ha annunciato al Festival ischitano di avere sempre la mafia nell'obiettivo della sua cinepresa, ma di aver sostituito Totò Riina con Bernardo Provenzano. «A ottobre, a Palermo, incomincerò le riprese della nuova fiction su Cosa nostra, destinata a Canale 5 — ha spiegato Marco Risi —. Per motivi produttivi abbiamo fatto slittare il progetto sulla vita di Riina, sostituendolo con il personaggio di Provenzano, che sarà interpretato da Michele Placido, mentre Giorgio Tirabassi sarà il capo del pool investigativo. La fiction in due puntate da cento minuti sarà dedicata agli ultimi anni del capomafia, fino ai giorni della sua recente cattura. Mi attrae l'idea di raccontare la solitudine che ha accompagnato l'esistenza di questo potente criminale». Il regista ha anche parlato del suo film su Maradona: «La mano de Dios» che uscirà a fine anno: «Forse, lo presenterò al festival di Roma, a ottobre, o a Berlino, in febbraio, magari alla presenza di Maradona, di cui il film racconta la vita dal '69, quando "el pibe de oro" aveva solo 9 anni, fino al 2004, quando ha incominciato, a Cuba, il processo di disintossicazione dalla droga. Ho girato molte scene a Buenos Aires, anche nel mitico stadio del Boca Junior, "La Bombonera"». Intanto, sulla scogliera di Lacco Ameno, l'incantevole sirena bionda Diane Kruger, a malincuore, interrompeva il suo bagno di sole per raccontarci le sue recenti prove d'attrice, dopo il kolossal «Troy» (in cui era la bellissima Elena) che l'ha lanciata nel firmamento di Hollywood. «A Hollywood ho girato 3 film e penso che sia lì che si possa fare il cinema migliore — ha commentato la star che sta stregando il Global Fest di Ischia —. Grazie a produzioni come "Troy" e "Il mistero dei Templari", ho la possibilità di scegliere fra numerose offerte, anche europee. Il mio sogno è di diventare un'attrice internazionale, così da riuscire a lavorare ovunque». Molti la indicano come l'erede di Sharon Stone, ma la Kruger non farebbe un film alla «Basic Istinct» «No, non credo proprio — conferma —. Sono esplosa a Hollywood ma resto una tedesca con una sensibilità europea. Pertanto, escludo che mi vedrete toccare gli estremi erotici di quel film. Diciamo, invece, che metterei la firma per fare la stessa carriera di Sharon Stone. Oggi, preferisco partecipare a film su storie interessanti, come quello su Mandela che ho appena girato, "Goodbye Befana", di Billy August, dove recito accanto a Joseph Fiennes nel ruolo di una donna che, da convinta sostenitrice dell'apartheid, si trasforma in una sua irriducibile avversaria. Mi piacciono i film che mostrano i cambiamenti dei tempi e delle persone e il superamento di cose orribili come l'apartheid o i campi di sterminio nazisti. Tra poco, invece, ritornerò in Francia, dove vivo, per girare un piccolo film su una storia d'amore. È la prima volta che partecipo a una storia così intimista e non vedo l'ora di cominciare». Una love-story è anche «Kettle of Fish», dell'esordiente americana Claudia Meyers, coprodotto e distribuito dall'italiana Eagle, e mostrato a Ischia in anteprima europea, alla presenza dei protagonisti Matthew Modine e Geena Gershon. «Molti, dopo "Boud", pensano che preferisco i ruoli torbidi, da "dark lady" — ha precisato Geena Gershon in aderente e ridottissimo bikini —. Invece, amo molto i ruoli romantici e un po' nevrotici. Finalmente, ne è arrivato uno e ho subito accettato di fare il film, anche perché c'era Matthew Modine come partner». Ecologista, antirepubblicano e idealista, Modine (45 film in carriera) ha annunciato a Ischia una sua originale iniziativa, «Il bicycle day» e l'anno prossimo sogna «

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