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di PAOLA PARISET SPOLETO — Dinanzi al Duomo romanico, ecco il concerto inaugurale ...

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«Ma nel 2004 abbiamo rischiato di chiudere - egli ricorda - poi all'improvviso arrivò il finanziamento di un amico. Altri lo seguirono e fu il Festival dei Miracoli». Quest'anno, nonostante i problemi del Fus gli sponsor sono comparsi subito: per la serata inaugurale, il Concerto è stato sostenuto dall'Eni, la ricca mostra su Umberto Mastroianni dalla Fondazione CaRiRo, lo spettacolo della Spectrum Dance Theatre nel Teatro Romano - grottesca, tagliente rivisitazione de "La bella addormentata" di Petipa - dal Gruppo Poste Italiane. Il Festival ha puntato sui giovani, su compagnie sperimentali internazionali e su artisti emergenti: non solo per motivi economici, ma perché se fai centro hai il merito della scoperta. Perciò il protagonista della serata è stato Gustavo Dudamel, il 25enne direttore venezuelano che Sinopoli individuò nell'Orchestra Sinfonica Giovanile del Venezuela, che Bruno Cagli Presidente dell'Accademia di S.Cecilia tenne a battesimo nel 2004 e che la Scala ha già invitato. Riccioli al vento, gesto rapinoso, Dudamel - nell'Ouverture da "La forza del destino" di Verdi, nel "Concerto per pianoforte n.1" di Liszt col pianista cinese Yundi Li anch'egli 25enne, infine nella lunghissima "Sinfonia n.5" di Dmitrij Shostakovich - ha evidenziato al di là della troppo giovanilmente accesa interpretazione, spesso con lo spirito del gioco, un fraseggio scultoreo, vividezza dei timbri e incisività negli stacchi, nei quali lo ha seguito l'eccellente Orchestra Filarmonica di Israele. Ovazioni prolungate e nessun fischio. Il Festival dei Due Mondi non tradisce: speriamo di festeggiare la 50° edizione, sempre col fondatore Giancarlo Menotti.

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