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QUESTA SERA LA PREMIAZIONE

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Cannes, Almodovar punta alla PalmaIeri la «Quinzaine»: Bellocchio resta a bocca asciutta. Asia Argento in ospedale per un malore

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Se infatti Cinefondation ha assegnato il premio all'argentino «Ge & Zeta» e la Francia ha conquistato il suo primo riconoscimento con «Les amities malefiques» di Emmanuel Bourdieu che ha vinto il gran premio della sezione Semaine de la critique, vincitore di Un certain regard è stato un altro bel film, «Luxury car» del cinese Wang Chao, lasciando a mani vuote «Il regista di matrimoni» di Marco Bellocchio. Ma indirettamente un premio è giunto all'Italia con il riconoscimento speciale della giuria di Un certain regard a «Ten canoes» di Rolf de Heer, che è in Italia per la promozione del film coprodotto e distribuito da Fandango. Anche il Toto-Palma, a poche ore dalla premiazione ufficiale che si terrà stasera al Grand Théàtre Lumière, presentata dal marito della Bellucci, Vincent Cassel, non sembra riservare grandi sorprese. Resta superfavorito «Volver» di Pedro Almodovar e per il premio alla regia si mormora il nome di Paolo Sorrentino. La 59esima edizione di Cannes - anche a detta dei vertici del festival - non ha presentato stavolta «opere all'altezza della Palma d'oro». Intanto per il film di chiusura di stasera, «Transylvania» di Tony Gatlif, Asia Argento, protagonista della pellicola, non sarà sulla Croisette. L'attrice italiana, a Parigi sul set di «La vieille maitresse» di Catherine Breillat, si è sentita male ed è stata ricoverata, anche se la produzione assicura che non è nulla di grave. Forse avrà mangiato (o bevuto?) qualcosa che l'ha ridotta in un letto di ospedale, anche se l'inquieta Asia, dopo aver interpretato la sguaiata contessa du Barry in «Maria Antonietta» della Coppola, già promette di tornare a fare la cattiva ragazza in un film di Olivier Assayas, intitolato «Boarding Gate». Oltre all'altro film fuori concorso, «Election 2» di Johnny To, ieri sono state proiettate le ultime due pellicole in concorso. «Cronica de una fuga» (titolo internazionale «Buenos Aires 1977») dell'argentino Israel Adrian Caetano e «Il labirinto di Pan» di Guillelmo del Toro. Il primo racconta la storia di Claudio Tamburrini, portiere di una squadra della serie B argentina, che fa perdere la sua squadra prendendo un gol su punizione e, all'uscita dello spogliatoio, viene rapito nel novembre 1977 da una squadra speciale del regime di Jorge Videla. Dopo essere stato rinchiuso per quattro mesi in una casa fuori Buenos Aires, picchiato, torturato, riesce a fuggire. Il regista, dopo aver letto questa storia vera, raccontata in un libro, ha realizzato il film, molto applaudito. Per Caetano l'obiettivo del film «Non era un discorso politico ma riflettere su come si può sopravvivere all'umiliazione e superarla e di come si è tentato di spezzare la gioventù di una intera nazione». Invece, il vero Tamburrini, giunto ieri a Cannes ha detto di aver «rivissuto il dolore, cosa che non mi succedeva da tempo». L'altro film in corsa per la Palma d'oro, «Il labirinto di Pan» Del messicano Guillermo Del Toro, è una storia divisa in due. La prima è ambientata nella Guerra Civile spagnola del 1944 mentre l'altra fa conoscere alla piccola Ofelia (la undicenne Ivana Baquero) il mondo sotterraneo popolato da folletti, fauni, enormi rane e una umanità che si tiene orgogliosamente distante da una realtà ritenuta inferiore: quella che vive alla luce del sole. «Non è un film horror - ha detto Del Toro - ma una favola con un miscuglio di generi. Per le immagini della Guerra Civile spagnola mi sono ispirato ai quadri tenebrosei del Goya. Mi dispiace che il genere fantasy non sia considerato di qualità, eppure ci sono film, come quelli dell'italiano Lamberto Bava che hanno offerto scene indimenticabili della storia del cinema».

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