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BASTA UN NIENTE, di Ivan Polidoro, con Gianni Ferreri, Gianfelice Imparato , Mimmo Esposito, Lorenza Indovina, Italia, 2006.

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doppia addirittura, in vista però di un unico bottino. Tre amici: Rosario, custode del cimitero, Ivo, postino, Peppe, autista di pompe funebri. Vengono a conoscenza di una gioielleria a Napoli il cui proprietario, ricoverato in una casa di riposo, vi ha messo come sprovveduto gestore un parente. Se la rapinano si stistemeranno per sempre, così si organizzano, imitando, nella preparazione e nei modi, le rapine viste al cinema. Non sanno però che, nel frattempo, un piccolo boss locale sta ventilando lo stesso progetto. Fino all'ultimo non si saprà chi riuscirà ad avere la meglio... Si è incaricato di raccontarci questa cronaca un regista esordiente, Ivan Polidoro, già noto però come attore sia in teatro, sia al cinema, sia in TV. Ha puntato sull'intreccio che si è anche scritto, ma soprattutto, si è divertito (divertendoci) nel disegnare i tanti caratteri che vi emergono, ciascuno con il suo segno, il tono, spesso, è quella caricatura, senza mai, comunque, calcare la mano perché quel quadretto di vita paesano abbia sempre sapori garbati, spesso perfino gentili, all'insegna di una comicità che, evitando i toni facili della sceneggiatura e le forzature scoperte della farsa, privilegia lo scherzo: con giochetti sul costume, sui rapporti coniugali, sulle amicizie un po' balorde fra complici improvvisati, privi di qualsiasi esperienza nel crimine nonostante le arie che si danno. Certo, qualche snodo è un po' facile, l'alternarsi continuo di brevi episodi separati da stacchi non giova sempre alla comprensione di come gli eventi si succedono, né alla loro logica, nell'insieme, tuttavia, specie quando, con furbizia, si cominciano a tirare le somme di quella pittoresca piccola avventura, ci si lascia convincere senza troppe riserve sia al riso sia anche semplicemente al sorriso. In cifre e con dei ritmi che, rinunciano alla ricerca vistosa del folclore, arrivano a proporre come dal vero una commedia solo per metà dialettale in cui, oltre ai personaggi, prevale l'intrigo che li muove. Quasi sempre con i colori giusti. Vi concorre uno stuolo di interpreti all'altezza degli impegni cui debbono far fronte, da Gianni Ferreri, Mimmo Esposito, Gianfelice Imparato, il trio buffo di «rapinatori», a Lorenza Indovina, una casalinga inquieta tutta smanie. G. L. R.

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