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PALAZZO APERTO AL PUBBLICO DAL 3 AL 13 MAGGIO E POI TUTTE LE DOMENICHE

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Ciampi ci invita a scoprire i tesori del QuirinaleSi potranno ammirare tutti i lavori di recupero e di restauro effettuati sul Colle nel corso del suo settennato

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Basta ricordare che è nato nel 1583 come residenza dei Papi e tale è rimasto fino al 1870 quando è diventato dimora dei Sovrani d'Italia per poi trasformarsi dal 1946 nella sede della Presidenza dello Stato repubblicano. E forse mai come in questi ultimi anni il Quirinale si è aperto alla gente, al pubblico godimento, perché il Presidente Ciampi grazie a varie iniziative ha voluto farne la «Casa comune degli italiani». Ora, a conclusione del suo settennato, il Presidente offre a tutti i cittadini e ai turisti uno straordinario «Invito al Quirinale»: dal 3 al 13 maggio, dalle 10 alle 18.30, e poi tutte le domeniche successive sarà infatti possibile visitare i saloni del Piano Nobile del Palazzo. L'obiettivo è quello di mostrare le strepitose scoperte e i grandi restauri realizzati durante la Presidenza di Ciampi, dal 1999 ad oggi. Come ha ricordato ieri durante la presentazione dell'evento Louis Godart, consigliere del Presidente della Repubblica per il patrimonio artistico, Ciampi ha sempre manifestato un costante interesse per la difesa dei valori culturali ed «è grazie al suo impulso che si sono riscoperte le pagine di una Roma dimenticata e sorprendente nel Palazzo del Colle». E in effetti durante il settennato di Ciampi al Quirinale sono stati fatti ritrovamenti e restauri eccezionali, ora godibili da tutti e tali da confermare il fatto che l'attuale sede della Presidenza della Repubblica è una miniera infinita di tesori, alcuni dei quali ancora da scoprire, come ha notato proprio Godart. Nel 1998-99 durante alcuni scavi nei giardini sono state ritrovate numerose strutture abitative comprese fra la fine del I secolo a.C. e l'VIII secolo d.C., oltre a tre tombe a incinerazione. Ma l'evento maggiore di questi scavi è stato il rinvenimento di una statua femminile seduta, coperta da un mantello e con la testa cinta da un diadema che è stata identificata come Giunone. Né si può dimenticare che nel 2002 è stato completato il restauro della facciata del Palazzo e della Manica Lunga che ha portato al ripristino dell'originario color travertino, documentato anche da un affresco del 1610 con una veduta del Quirinale che è stato ritrovato pochi mesi fa nella Sala dei Parati Piemontesi. Subito dopo è stata portata a termine la bellissima illuminazione della facciata e dei giardini che crea mirabili effetti notturni. La novità più recente della grande "fabbrica", in perenne movimento, del Quirinale è la riscoperta della maggior parte della decorazione realizzata nel Seicento dai collaboratori di Pietro da Cortona in quella che era un tempo la grandiosa Galleria di Alessandro VII, voluta da Papa Sisto V Peretti nel 1588 e poi fatta decorare a partire dal 1655 da papa Alessandro VII che affidò l'impresa appunto a Pietro da Cortona, ormai anziano ed autore del progetto ma non degli affreschi lasciati alla sua bottega. Nel 1811-1812, in occasione degli imponenti lavori di ristrutturazione voluti da Napoleone (che poi non venne mai a Roma) e affidati all'architetto Raffaele Stern, nella galleria furono murate le finestre che davano sul cortile d'onore e coperte le pareti con una carta fodera ed essa fu suddivisa nei tre grandi saloni tuttora esistenti: la Sala Gialla, la Sala di Augusto e quella degli Ambasciatori. Fino a pochi anni fa tutti i critici concordavano nel ritenere distrutti gli affreschi di scuola cortonesca. Invece nel 2001, grazie ad attente analisi, si scoprì che le pitture erano mirabilmente conservate e così sono state recuperate. Inoltre, in una delle sale sono state riaperte le finestre chiuse da Stern e lo spazio è ora invaso da una luce straordinaria che valorizza proprio gli affreschi. Pure eccezionale è il recupero del fregio secentesco dipinto da Tassi, Saraceni e Lanfranco nel Salone dei Corazzieri e raffigurante gli ambasciatori stranieri venuti a rendere omaggio a Papa Paolo V. Infine, nella sala dei Parati Piemon

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