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Film demenziali, solo i geni hanno successo

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Diretto da Zucker, regista della «Pallottola spuntata», nel cast schiera anche Leslie Nielsen

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Come avviene per il film «Scary Movie 4», firmato da un professionista del genere, David Zucker. Questo «Scary» al numero 4 (ma chi punterebbe mai sul sequel del sequel di un sequel?) al suo esordio, venerdì scorso, nelle sale Usa si è subito piazzato in testa alla classifica con un incasso-bomba di 41 milioni di dollari. «Scary Movie 4» mette in campo la coppia degli altri film: Anna Faris e Regina Hall. A loro si aggiungono la bomba del sesso Carmen Electra, ex stella di «Baywatch», e qualche classico cameo come Bill Pullman e Leslie Nielsen (quello della «Pallottola sputata», ma quanti anni ha?). Il film sarà nelle sale italiane il prossimo venerdì e sicuramente confermerà il successo avuto negli Usa. Ma cosa ha di tanto speciale questo «Scary» che arrivato al numero 4 (tutti gli altri film al 2 già non si sopportano più) non solo non appare bollito, noioso, insipido, insopportabile, ma, al contrario, più fresco e divertente che mai. È un capolavoro della comicità demenziale. E il settore «demenziale» è uno dei più ostici del mondo del cinema. Altro che dramma, dove basta prendere uno Shakespeare a caso, che è più facile fare bene che sfracellarlo. Per realizzare un buon film demenziale, genere tutto americano, servono fior di geni alla sceneggiatura, veri maestri sulla poltrona della regia e attori di prim'ordine. Se no la maionese impazzisce ed è tutto da buttare. Ma la posta in palio è succulenta: con i costi di una qualunque commediola si possono ottenere incassi da kolossal. Lo sa bene quel Zucker che nessuno ricorda, ma che, firmando «L'aereo più pazzo del mondo» (1980), «Top secret!» (1984) e svariate «pallottole spuntate», si è fatto la villa, belle macchine e tante vacanze in posti da favola. Altri ci hanno provato. Pochi ci sono riusciti. Il genere demenziale nasce negli Stati Uniti dove, una volta, quasi tutto il cinema era demenziale. parliamo dell'era delle «comiche», di Harold Lloyd, di Buster Keaton, di Laurel & Hardy. Vi ricordate «The music box»? È quello dove Stanlio e Ollio portano un pianoforte su per una monumentale scalinata. È del 1932 e vinse anche un Oscar. Tra il pubblico c'era chi veniva colto da malore dal troppo ridere. Per fare roba così servono veri geni. Altro che «Brokeback Mountain». Poi il cinema si evolse, si diversificò, cominciò a «raccontare storie» e al demenziale rimase una nicchia. Ma sempre molto amata dal pubblico. Nacquero film come «Helzapoppin» (1941), «Gianni e Pinotto contro il dr. Jekyll» («Bud Abbott Lou Costello Meet Frankenstein», del 1948) e via via verso il nuovo demenziale, quello di John Landis («Animal House», 1978) e, appunto, di David Zucker, specializzato in parodie di film di grande successo che a loro volta diventano film di grande successo. Con nuovi divi, come... Leslie Nielsen che, per la cronaca, durante la lavorazione di questo «Scary 4» ha compiuto ottant'anni.

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