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La musica perde così uno degli ultimi Kapellmeister, ruolo ricoperto dal maestro all'Opera di Monaco

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Il maestro Wolfgang Sawallisch - stando a quanto fa sapere l' Accademia di Santa Cecilia - per motivi di salute si è visto costretto ad annullare i suoi prossimi appuntamenti con il pubblico capitolino ed ha anzi annunziato il suo ritiro definitivo dalle sale da concerto. La direzione artistica ceciliana si è così subito affannata a riempire l'improvvisa vacanza affidandosi a due giovani bacchette, come quelle del trentaseienne Carlo Tenant (20-23 maggio), per la Terza Sinfonia di Brahms ed il Concerto per violino di Sibelius, e Nicola Luisotti (27-30 maggio) per il Requiem di Dvorak. L'abbandono di Sawallisch rattrista per più motivi. Non solo per la sua annuale presenza a Roma (almeno due concerti sinfonici nella stagione ceciliana) ma soprattutto per il venir meno di una grande ed autorevole voce in difesa della musica vera, di un ministro della grande tradizione sinfonica classica e romantica. Sawallisch ha difatti incarnato la figura, rarissima e da tempo in via di estinzione, del Kapellmeister, ovvero del direttore artistico, ma anche musicale e sovrintendente, ruoli occupati per decenni all' Opera di Monaco di Baviera dal 1982. Ma la sua unicità consiste anche nella correttezza, nel rigore della sua lettura musicale, fedele alla lettera delle partiture interpretate, per l'impegno totale che l'ormai ottantatreenne maestro ha diffuso per decenni. E l' Orchestra di Santa Cecilia, insieme ai Wiener Symphoniker, alla Filarmonica di Amburgo e alla NHK di Tokyo, è stata sempre uno dei suoi ripari privilegiati, dove un musicista di livello come lui poteva fare musica alta. Le esecuzioni di Beethoven, Mozart, Schumann o Bach sembravano quasi riti officiati da un ministro devoto. Anzi proprio da una sorta di gran sacerdote del passato soprattutto sinfonico ( pur senza trascurare il teatro musicale con Wagner e Strauss in bella evidenza), un custode della grande tradizione mitteleuropea e tedesca ( che possiede nel sangue essendo bavarese di nascita) sia sul versante del grande sinfonismo che del dramma musicale, così pregno di elaborazioni tematiche e di maestria orchestrale. Il valore del musicista sempre è andato in lui di pari passo con quello dell'uomo: persona discreta, sensibile, acuta, generosa di consigli e di incoraggiamenti verso i più giovani colleghi. Come quando in una intervista rilasciata qualche tempo fa approvò con calore la scelta di Antonio Pappano, ancora poco noto in Italia, a direttore principale dell' Accademia ceciliana, quasi garantendone personalmente col suo autorevole giudizio. Sapere di non ritrovare più sul podio il Maestro bavarese lascia un vuoto e non basterà accontentarsi delle sue pur molte e preziose registrazioni. Da oggi dalla cronaca il nome di Sawallisch è difatti consegnato alla storia.

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