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«Audience? Non aspettatevi miracoli»

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SANREMO - Panariello mette le mani avanti: «Impossibile replicare i record di Bonolis»

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Nessuna battuta pesante, come molti temevano, nessun aggancio con le sue partners. Tanto meno assist degli autori, non presenti alla conferenza stampa di apertura. Questo il clima della vigilia, frutto non soltanto delle idee di Panariello ma di tutta l'organizzazione festivaliera che propone una kermesse in sordina almeno per ora. Da un mese sta mettendo le mani avanti sul problema auditel: «Non aspettatevi miracoli dice il comico toscano - per quello che concerne gli ascolti. Impossibile superare quelli di Bonolis. Cercheremo di fare un festival brillante, che sia in qualche modo un elogio all'italianità. Il presentatore ci tiene a precisare: «I nostri ospiti principali sono i più forti». E noi potremmo aggiungere, con un pizzico di cattiveria, quelli più difficili da convincere a partecipare alla gara come Gianna Nannini, Samuele Bersani, che hanno declinato l'invito. O quelli che, pur di starci, dovrebbero "dare delle garanzie" come Beppe Grillo. Il direttore di Rai Uno Fabrizio Del Noce non ha battuto ciglio: «Certo. Il suo monologo dovrebbe essere approvato». Se del classico dualismo "bionda e mora" si deve parlare per ora è la Cabello a mostrare più agitazione e dinamismo. Mentre la signora Totti sembra già a vittima designata per inadeguatezza e marito troppo ingombrante (arrivera comunque martedì). «Mi scappa la pipì» è stato un classico del Festival cantato da Pippo Franco. Ma in sede di conferenza si poteva evitare. Così come il «non facciamo roba» espresso dalla top model Marta Cecchetto è sicuramente il primo elemento kitsch della baraonda festivaliera. In secondo piano, purtroppo, ancora una volta le canzoni. Ma a colorare l'aria sanremese c'è l'entusiasmo dei protagonisti. La loro parola d'ordine è: «Al diavolo la gara. E che il Festival cominci». «Sanremo mi ha dato tanto - racconta Alex Britti mentre riscalda le dita con la sua fedele chitarra Martina. È stato un percorso importante perché da quella vittoria nel 1999, con il brano "Oggi sono io" e il terzo posto nel 2002 con "7000 caffè" è successo di tutto. E poi a Sanremo c'è tanta allegria, un bel clima, ti vede un sacco di gente. Siamo musicisti. E allora suoniamo». Il giovane Battisti della Brianza, meglio conosciuto dalle fans che assediano l'Ariston con il nome di Gianluca Grignani ha un unico timore: «Speriamo che l'audio non ci faccia dei brutti scherzi e che l'esecuzione non venga penalizzata». Fondati i suoi sospetti. Basti ricordare i Negroamaro che l'anno scorso dovettero ripetere il brano. Alla sua quinta partecipazione non si arrende anzi più agguerrita che mai Ivana Spagna confida: «Certo che ho paura della gara, sarebbe falso non ammetterlo. Però essere elminti la prima sera darebbe fastidio. Il Festival mi ha dato e tolto tanto. Mi hanno accusato di aver copiato i pezzi. Ma non importa sono tornata e pronta per vincere». Sotto una scorza dura che nasconde un cantautore ispirato il più giovane della categoria Uomini Luca Dirisio, confessa di aver un sogno nel cassetto: «Vorrei realizzare un grande concerto extra politico che costituisca un evento soprattutto musicale». L'ex vocalist dei Dirotta su Cuba, Simona Bencini e Mario Venuti non nascondono il loro atteggiamento adrenalinico pronto per uno sfogo sul palco. «L'adrenalina? È come un vestito cucito addosso», confessano. Vivono tre metri sopra il cielo gli Zero Assoluto, reduci dal successo estivo del singolo «Semplicemente». «Mio padre - racconta Matteo, figlio di Mario Maffucci, capostruttura Rai, che per anni si è occupato del Festival - ha reagito come un padre. Molto emozionato ma contento del traguardo al Festival». Ecco così un festival che si affida alla normalità e che forse rischia l'assenza di brivido e dunque la noia che sotto sotto è quello che preoccupa Panariello. Riuscirà il primo Festival della normalità a catturare ascolto e portare a

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