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Trovata la sepoltura di un nano del Medioevo

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Si tratta del secondo caso in Italia di nanismo archeologicamente documentato per un'età precedente all'epoca moderna. Il corpo dell'uomo affetto da nanismo era in posizione prona sopra alla donna che era disposta, al contrario. L'annuncio della scoperta appare sul nuovo numero della rivista «Archeologia Viva». Tra le ipotesi al vaglio degli studiosi quella secondo cui il corpo del nano sarebbe stato gettato sopra quello della donna, forse la madre, morta insieme a lui a seguito, forse, di un'epidemia di peste o vaiolo, frequenti nel tardo Medioevo. La posizione dell'uomo tuttavia è volutamente punitiva e umiliante. E ciò, considerando l'epoca di cui stiamo parlando, non deve stupire. Con l'avvento del cristianesimo si diffonde infatti l'idea che la deformazione fisica, così come le malattie e la sofferenza, siano in qualche modo l'incarnazione del peccato. Così tra gli esclusi della società medievale insieme a musulmani, ebrei, folli e prostitute, venivano citati anche i nani. Nel corso della storia tuttavia non sempre la considerazione dei nani è stata negativa. L'Egitto ad esempio ha restituito una ricca documentazione riguardo alla fortuna dei nani nell'antichità, mai ritenuti creature mostruose, ma al contrario legati a una visione positiva dell'esistenza. Gli scrittori latini ci hanno lasciato memoria di molti nani. Durante l'età imperiale esibirli come accompagnatori e consiglieri era un segno di status. Svetonio ci informa che Tiberio ammetteva alla sua mensa un nano, con il compito di guidarlo negli affari privati e ricorda come anche Domiziano tenesse sempre presso di sè un puerulus durante gli spettacoli gladiatori.

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