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Con Zanussi un cocktail di psicologia e tensioni sociali

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CON Wajda e, finché era vivo, Kieslowski, Krzysztof Zanussi è stato, ed è, uno degli autori più rappresentativi del cinema polacco. Oggi ci si propone con un film dai molti temi, svolti con modi differenti, tutti però riconducibili a una felice unità di stile. Il tema di fondo è il sospetto. Lo esprime un anziano diplomatico polacco, Wiktor, ambasciatore in Uruguay. Per un verso, rimasto vedovo, sospetta che la moglie, in anni lontani, possa avere avuto una relazione con un giovane diplomatico sovietico, Oleg, adesso ben inserito nei centri di potere della nuova Russia. Per un altro verso, sempre riferendosi al passato, pensa che Oleg, in quegli anni, si fingesse amico dei dissidenti polacchi per denunciarli invece a Mosca. Mentre, volgendosi al presente, pur avendo ormai stretto amicizia con Oleg, pensa che, adesso, stia operando nell'ombra per sottrarre alla Polonia, in favore della Russia, un affare importante da stringersi con il governo di Montevideo. Contemporaneamente, tra le pieghe di questi sospetti, privati e pubblici, si prende nota, in Wiktor, della sua delusione di fronte all'abbandono in patria degli ideali di Solidarnosc, in parallelo con la constatazione, suggerita dai comportamenti di Oleg, che anche nella Russia liberata dal comunismo si stia venendo a patti con gli aspetti peggiori del capitalismo. Zanussi svolge tutti questi temi tenendosi rigorosamente lontano sia dalla retorica sia da atteggiamenti didascalici. Il sospetto privato lo tiene sospeso fino all'ultimo, quasi volesse risolverlo come in uno psicodramma; quello pubblico, soprattutto nel presente, lo affida abilmente a dei modi che potrebbero persino ricordare un thriller, con ombre, interrogatori, false piste e una sorpresa finale che manderà a monte le attese legittime di Wiktor, pur essendo almeno in parte riuscito a risolvere i suoi sospetti privati. Climi sempre limpidi (anche quando li attraversano i tanti interrogativi), un linguaggio tranquillo persino nei momenti in cui la vicenda non tarda a scontrarsi in un seguito continuo di forti increspature, una recitazione che porta avanti tutti i temi, e le problematiche che vi emergono, con una solidità sempre adeguata alle psicologie complesse dei personaggi principali. Nei panni di Wiktor c'è il grande attore polacco Zbigniev Zapasiewicz, sempre magnificamente presente nei film di Wajda e Kieslowki, oltre che di Zanussi. Oleg è il notissimo regista e attore russo Nikita Michalkov, perfetto nelle euforie ma anche nelle volute ambiguità del suo personaggio. Solo in apparenza solare.

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