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«Sono i bambini le prime vittime di questa violenza»

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La vera violenza, verbale, ma non solo, non fa più parte della sceneggiatura di film e telefilm, ma della quotidiana programmazione televisiva. Sotto accusa non solo i reality e i talk show, da sempre veri e propri ring mediatici, ma anche i contenitori domenicali e i programmi di intrattenimento per le famiglie. È quanto risulta da uno studio di Eta Meta Research realizzato in collaborazione con oltre 100 esperti tra psicologi, psicopedagogisti e medici e grazie al monitoraggio delle principali reti nazionali. «La violenza è entrata in ogni contenitore Tv - sottolinea Saro Trovato, presidente di Eta Meta Research - ad ogni ora del giorno è sufficiente cambiare canale per trovarsi immersi in omicidi, pestaggi e situazioni di chiara violenza. Il tutto per non parlare di parolacce, urla e addirittura minacce di morte, come si è visto nel corso di "Domenica in". Non solo si trasmette un'immagine esasperata della realtà, ma si spinge a credere che la violenza sia normale». Il piccolo schermo è sempre più un concentrato di aggressività: ogni 28 minuti un morto, ogni 21 un ferito e ogni 15 un insulto o un'aggressione verbale. Per il 71% degli esperti la tv è un vero concentrato di aggressività e violenza. Il pubblico televisivo si trova così ad ogni ora del giorno di fronte a scene di violenza fisica: in media su 126 ore di trasmissioni in onda quotidianamente sulle reti nazionali (dalle 6 di mattina all'1 di notte) si assiste ad un uccisione ogni 28 minuti e ad un ferimento ogni 21 minuti. Ma le trasmissioni più a rischio sono senza dubbio quelle dove non ci si aspetterebbero certe manifestazioni, che vengono quindi guardate senza particolari precauzioni e preparazione mentale. Primi accusati quindi, secondo il 69% degli esperti, devono essere i programmi di intrattenimento per la famiglia (come quelli domenicali). Subito al secondo posto i reality show (51%), nei quali, si assiste a competizioni, sfide, prove ed episodi di privazioni che contribuiscono a incrementare ed esaltare tensione ed aggressività. Al terzo posto i talk show (37%) in cui risultano vincenti gli atteggiamenti polemici e la voglia di prevalere sugli altri, per non parlare di risse e insulti, insieme alle trasmissioni sportive (42%), dove sembra di trovarsi in una curva piena di ultras. Ma quali sono i rischi? Per i bambini e gli adolescenti il rischio maggiore, sottolinea il 72%, è proprio arrivare a considerare normale qualsiasi atteggiamento violento o aggressivo. Il 59% degli esperti intervistati sostiene poi che il continuo bombardamento di tensione emotiva e violenza creino stati d'ansia e crisi di pianto apparentemente immotivati soprattutto nei più piccoli. A lungo andare la violenza può causare disturbi nel sonno, incubi e il sorgere di paure (55%). In casi estremi tra i più piccoli, arriva a dire il 31% degli esperti, non è da escludere nemmeno il rischio di emulazione, anche se spesso inconsapevole. Anche la violenza verbale fa nascere delle preoccupazioni tra gli esperti, con il rischio che insulti e urla siano la norma quando ci si trova di fronte qualcuno che non è della nostra stessa idea (28%). Ma molte di queste problematiche riguardano anche gli adulti, soprattutto quelli che presentano già delle problematiche. Chi è sottoposto ad attacchi di panico può veder aumentare il problema, così come alla lunga possono insorgere incubi e disturbi del sonno. Devono poi prestare particolare attenzione gli spettatori affetti da cardiopatie: rischiano persino attacchi di angina.

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