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Escluso dal Festival di Sanremo l'ex naufrago dell'«Isola» spara a zero su Panariello

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Al Bano infuriato «Ridateci Baudo»

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Al Bano è il grande escluso di Sanremo 2006. «Ho dato l'anima nello scrivere questa canzone - ha raccontato - Si intitola "Sei la mia luce" ed è un omaggio alla vita. Ma le canzoni devono piacere agli italiani e non a quei quattro o cinque che decidono del destino di un Festival. La difenderò con i denti. D'altronde, anche il Festival di Tony Renis non accettò "Le radici del cielo" e oggi è diventata il titolo del mio nuovo album». «Piange il telefono» cantava un altro uomo del sud, ostinato e dirompente come lui, un telefono che aveva squillato quando sembrava esserci in ballo il nome di Romina. Poi più niente. Non tradisce il suo temperamento contadino, legato ai valori e a saldi principi. «È una questione di correttezza: non si può invitare una persona in casa e quando sta per entrare sbattergli la porta in faccia. Ma non finisce qui. Che altro dire? Che ho avuto a che fare con della brava gente. Certo, a questo punto mi piacerebbe sapere perché mi hanno fatto fuori, dal momento che mi hanno invitato loro. Anzi, hanno l'obbligo morale di alzare il telefono e spiegarmelo. Soprattutto per rispetto dei miei fans che ormai erano sicuri di vedermi al Festival, non tanto per me che vivrò lo stesso anche senza Sanremo. Quel che mi dà fastidio è che mi hanno chiamato a fare l'agnello sacrificale. È vergognoso. Anche perché io non ho posto alcuna condizione alla mia partecipazione, dato il nome e il cognome che porto». Difficile contenere l'ira del cantante, rivolta soprattutto nei confronti di Panariello: «Chi è lui per parlare in nome della canzone. È come se io mi mettessi a giudicare i comici. Trovo molto arbitrario che il giudizio di un cantante o di una canzone debba essere commisurato alle copertine che se ne ricaverebbero». Il conduttore-direttore artistico Giorgio Panariello temeva, infatti, una sovraesposizione mediatica di Al Bano e della sua estesa famiglia che avrebbe oscurato altri protagonisti della rassegna. «Ma se erano stati loro a chiedere di presentarmi in coppia con Romina. Quella è una storia finita e io non percorro le strade dettate da altri. Del resto Romina non ha accettato e da qualche anno ha fatto un'altra scelta. Questa è la realtà e bisogna rispettarla». Panariello si limita ad un laconico commento: «Per gli elogi dite a me, per le proteste rivolgetevi a Mazzi». E aggiunge, come da rito sanremese: «Credo di aver contribuito a costruire un Festival di bravi artisti e belle canzoni. Il mio obiettivo era valorizzare i brani e regalarli al pubblico di Sanremo. Prima abbiamo ascoltato le canzoni e poi il cuore». «Se con Pippo siamo fratelli - ha aggiunto Al Bano - Panariello l'ho incontrato solo una volta a Verona. Su quel che fa non ho niente da dire, è sicuramente un artista con la a maiuscola. Ma non deve venire a dire a uno come me come funziona Sanremo, io che di Festival ne ho fatti un bel po'». La risposta di Gianmarco Mazzi, co-direttore artistico, al suo terzo Festival consecutivo, non tarda ad arrivare: «Al Bano per noi è un grande artista della musica e dello spettacolo italiano, forse negli ultimi tempi più dello spettacolo. Ma la sua canzone ci ha convinto meno di altri brani». Mazzi, la vera macchina-macina organizzativa, capace di fare l'alba da oltre due mesi nella redazione di via Montesanto a Roma, nel ruolo ingrato di grande manovratore che gioca le sue pedine come a battaglia navale, ha poi spiegato: «Forse Al Bano ha bisogno di scrollarsi di dosso tutta questa ossessiva attenzione mediatica e di riposizionarsi artisticamente. Probabilmente è un processo che richiede tempi un po' più lunghi. Il personaggio sta schiacciando l'artista. Questo capita a chi ha una storia così lunga e importante come la sua. Forse deve creare una pausa per poi proporsi di nuovo come artista della musica». Ribatte Al Bano: «Io sovraesposto? L

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