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Pinocchio, da burattino a robot

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La favola di Collodi col digitale diventa cybernetica

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Dopo Walt Disney, un altro Pinocchio tenuto a battesimo dall'animazione. Però, sugli schermi, batte da un po' l'era del digitale e, attorno, la cibernetica si sta conquistando spazi sempre più dilatati. Così questo disegno animato di oggi , diretto da un canadese ma coprodotto anche da francesi e spagnoli, non solo ricorre dal principio alla fine alla terza dimensione (l'ormai arcinota 3D), ma, per rivolgersi con più ampie motivazioni alla cibernetica, immagina che la vicenda di Pinocchio o, meglio, una sua parafrasi si svolga addirittura nel...3000, quando, pur ancora con degli umani in primo piano, a pretendere attenzione ci sono soprattutto dei robot. Mastro Geppetto, perciò, il magnifico inventore, costruisce si, come la tradizione vuole, il suo Pinocchio, ma ne fa un robot, affidandolo purtroppo a un mondo dominato da un cattivo, il bruttissimo Scamboli che, spalleggiato da due suoi sicari, i robot Cab e Rodd, vorrebbe trasformare in robot tutti i bambini per utilizzarli in un parco giochi che solo molto in parte potrebbe ricordare la Città dei Balocchi. Però la Fata Turchina veglia, si chiama, dati i climi, Cyberina, è metà pesce, come una sirena e sarà lei non solo a mandare all'aria il bieco progetto di Scamboli, ma a realizzare il sogno più grande di Pinocchio, quello di diventare un bambino, superando oltre a tutto quella fase in cui, da robot, il suo naso, ad ogni sua bugia, si allungava... Anche se di Collodi è rimasto ben poco (per lui evidentemente nel 3000 non c'è più molto posto), i vari personaggi attorno all'ex burattino ora robot possono divertire: non solo il quasi orco Scamboli con i suoi due buffissimi accoliti, ma un cyberpinguino di nome Spencer che, diventato assistente di mastro Geppetto, da man forte a lui e a Pinocchio nelle loro imprese e una mite bambina, figlia del cattivo Scamboli, che contrasta le malefatte del padre con un faccino che sembra la riproduzione di una Barbie. tra un via vai di vicende sempre molto colorate, sostenute da ritmi in cui la favola si mescola, senza scontrarsi, con l'avventura: in cornici, come si può immagianare, avveniristiche. Peccato solo che il doppiaggio ci privi dei colori e dei sapori con cui l'afroamericana Whoopy Goldberg doppiava la fata Cyberina e con cui il terribile Malcon McDowell dell'«Arancia meccanica» doppiava Scamboli. Ma anche la Disney, è noto, ai suoi film nel mondo non lascia mai le voci originali.

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