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La geisha di Marshall è come Cenerentola

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L'importanza della geisha è però legata soprattutto alla tradizione giapponese, quando una ragazza sceglieva (o le veniva imposto) di vivere intrattenendo uomini importanti, senza prostituirsi, ma danzando, cantando, suonando e dialogando amabilmente. Questo mondo esotico ed affascinante emerge nel film «Memorie di una Geisha», tratto dall'omonimo libro di Arthur Golden, diretto dal premio Oscar Rob Marshall e da domani distribuito dalla Eagle in 150 copie. Il cast è composto da superbi attori asiatici, a cominciare da Ziyi Zhang, Gong Li e Ken Watanabe, premio Oscar per aver partecipato a fianco di Tom Cruise ne «L'ultimo Samurai». «Racconto di una geisha che non si é arresa ad una vita dove non c'é spazio per l' amore — ha detto ieri a Roma Rob Marshall, accanto al coreografo John De Luca —. Il film racconta la storia della geisha Sayuri, dalla sua infanzia negli anni Venti, lungo le rive del Mar del Giappone, fino al dopoguerra con l'arrivo degli americani e la difficile situazione di convivenza tra il mito delle geishe e la prostituzione dilagante. Il periodo della occupazione americana ha coinciso con la perdita dell'innocenza della cultura giapponese. Ho realizzato un film impressionista perché, come il romanzo, narra il Giappone attraverso lo sguardo di un occidentale. Abbiamo girato il mondo, ma la migliore per questo ruolo è stata Ziyi Zhang, anche se è cinese. D'altronde pure Anthony Queen ha fatto «Zorba il greco» e l'egiziano Omar Sharif il «Dottor Zivago». La mia geisha è una sorta di Cenerentola in salsa orientale, ma c'è di più del matrimonio con un principe e dell'andare a vivere in un castello: c'è il trionfo dello spirito e della libertà di scelta. La protagonista Sayuri decide di ribellarsi al proprio destino. Le geishe erano le top model di oggi, erano ammirate per come si vestivano, per quello che dicevano. Abbiamo parlato con delle geishe anziane e con noi sul set c'era sempre un'esperta, Liza Dalby, che ci ha aiutato a ricreare le atmosfere dell'epoca e i quartieri hanamachi, dove vivevano le geishe. Ai Giapponesi è piaciuto molto: alla proiezione di Tokio c'erano tremila spettatori, mai così tanti per un'anteprima. Realizzato quasi interamente negli Studios californiani, il film si avvale del montaggio del premio Oscar italiano Pietro Scalia, che incontrerò oggi a Milano con Giorgio Armani. Sono felice che sia stata scelta Roma per l'anteprima europea, è una città meravigliosa: ricca di persone eleganti e piene di stile, di cibi prelibati e di bellezze storiche, tutto è molto più bello che in America».

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