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di DINA D'ISA UN AMARCORD nostalgico, che ricorda un po' Pascoli e un po' Palazzeschi, emerge dall'ultimo ...

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L'Italia del Nord con Bologna e quella del Sud con le Puglie rappresentano due famiglie, due culture, ma un'unica Italia, quella del dopoguerra disagiato e ricco di speranze. Questo film — prodotto dalla Duea di Antonio Avati e da Rai Cinema — festeggia i 40 anni di carriera di Pupi Avati, che per l'occasione ha scelto un cast nel quale figura, oltre a Neri Marcorè, Antonio Albanese, Angela Luce e Marisa Merlini, una superba e inedita attrice: Katia Ricciarelli. Perché proprio la Ricciarelli nel cast? «Katia è stata davvero straordinaria nella parte della vedova Liliana, costretta a lasciare l'amata città di Bologna insieme a suo figlio Nino, per gravi problemi economici — racconta a Il Tempo il regista — Questa grande signora della lirica è stata umile, docile e rispettosa, con un mezzo, quello cinematografico, che non conosceva». Che cosa narra il film? «La storia risale ai miei ricordi infantili: di un Nord impoverito che andava verso il Sud per trovare contadini ricchi di cose da mangiare. La fame era tanta e la gente che, se costretta, si prostituiva o usava violenza, lo faceva per una ragione». Insomma, una violenza giustificabile? Oggi, al contrario, la violenza è fine a se stessa. I giovani si sentono vivi perché violenti: non hanno più alcun deterrente, né morale, né culturale, né religioso e tanto meno quello della giustizia e delle pene. Non esiste il timore. E se penso a quei ragazzi che hanno ucciso un padre di famiglia, qualche giorno fa in un ristorante romano, per un graffio alla macchina, credo sia corresponsabile nel reato anche il contesto familiare. Invece, nel dopoguerra, quando ero bambino, si viveva di paura, di bisogni primari, essenziali e della gioia sconfinata proprio dei mesi successivi alla liberazione. Solo la condizione della necessità faceva scendere a compromessi. Non è molto lontano da quella realtà l'episodio che racconto nel film: quando il giovane per avere uno spinterogeno è disposto a vendere le grazie della madre. E così la protagonista (Ricciarelli) si trasferisce con il figlio in Puglia nella masseria del cognato Giordano, fratello del defunto marito, che in gioventù era stato perdutamente innamorato di lei».

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