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MINACCIATO DAI FONDAMENTALISTI PER LA PARTE DI SAN PIETRO

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Sharif: ho paura, ma credo nel dialogo tra culture«La Tv potrebbe cambiare il mondo educando i bambini». Premiato al Saturno Film Festival

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Per l'occasione, Sharif ha anche presentato il film «Fuoco su di me» diretto Lamberto Lambertini, prodotto da Indrapur di Sergio Scapagnini, Rai Cinema e Focus, da fine febbraio nelle sale distribuito dall'Istituto Luce e in onda sulla Rai l'anno prossimo. Il film, già presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e in Usa, nella rassegna «Washington, Italia», racconta la Napoli del 1815 e gli ultimi mesi del regno di Gioacchino Murat. Sharif, reduce dai successi del San Pietro televisivo, recita per la prima volta in italiano e veste i panni di un vecchio aristocratico, alle prese con il nipote idealista, interpretato da Massimiliano Varrese, nuovo idolo del piccolo schermo. «Non so perché mi abbiano doppiato per San Pietro, visto che il mio accento straniero avrebbe potuto rendere più verosimile un personaggio che certo italiano non era. Ho creduto molto nel ruolo di San Pietro e ora ricevere delle minacce di morte su un sito di fondamentalisti islamici è ovvio che mi fa molta paura - ha svelato ieri l'attore, nato cristiano e poi convertitosi all'Islam - Ma io sono un attore che crede nel dialogo tra culture e religioni ed è quello che ho interpretato nel personaggio del film "Ibrahim e i fiori del Corano". Così, se io recito la parte di un cattivo o di un buono, non vuol dire che io sia davvero cattivo o buono. È certo, però, che il ricco e colto Occidente dimentica spesso che esistono culture diverse e Paesi poveri i cui bambini non vanno nemmeno a scuola. Credo nel dialogo perché credo in un Dio che ci ha fatti tutti uguali, anche se c'è il nero o il bianco, il cristiano o il mussulmano. Non penso che il cinema possa aiutare molto a far riflettere, ma a me basterebbe che anche poche persone lo facciano: per questo, d'ora in poi, farò solo film capaci di aiutare il dialogo. La tv, invece, potrebbe davvero cambiare il mondo, educando le persone fin da piccole: tutti i canali, insieme e nello stesso giorno, dovrebbero trasmettere solo programmi culturali. Spero adesso di riscattarmi per gli almeno cento film brutti che ho girato nella mia vita, quelli belli si contano sulle dita di una mano: ho sempre amato "Lawrence d'Arabia", ma la parte del Dottor Zivago la trovo troppo sentimentale. Adesso, mi sono messo a studiare il greco antico: forse riuscirò a leggere Omero in originale. E poi, ora che sono vecchio, devo fare economia: ho sperperato per tutta la vita e mi ricordo che spesso incontravo Vittorio De Sica nei Casinò e ci dicevamo che ancora una volta avevamo perso l'anima. Mi dispiaceva vedere un genio come lui costretto poi a fare ruoli banali pur di guadagnare». Ieri pomeriggio, Sharif ha preferito non partecipare alla tavola rotonda intitolata «Dialogo tra culture», con studiosi e religiosi. Nei prossimi giorni sarà a Roma per dare la voce al personaggio del Leone, nel film della Disney «Le Cronache di Narnia».

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