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Bacharach si dà al rap. E gela tutti

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«I miei brani di oggi non piacciono come quelli di ieri, meglio cambiare»

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Non tanto per la natura compositiva e la matrice alla base dell'ispirazione, quanto per la confezione stessa del prodotto. Bacharach non aveva bisogno di altri successi, quanto piuttosto di dimostrare che, dopo sei decenni di successi, la sua vena compositiva non solo non si è inaridita, ma se possibile guarda avanti. Da questo punto di vista l'esperimento non può dirsi certo riuscito, anche se il compositore sembra insistere sul lato innovativo del suo progetto: «Questo disco inaugura per me un nuovo genere. Anche se scrivi canzoni splendide finirai comunque per restare deluso perché la gente dirà che non sono belle come quelle del passato. Perciò mi sono impegnato in un progetto completamente nuovo». In realtà Burt Bacharach sembra soffrire qualche affanno. Come autore di testi non può non far rimpiangere il suo co-autore storico, Hal David, firmatario di tutti i grandi successi, Bacharach sembra incagliarsi nel dipingere un mondo dove tutto è possibile. Il suo desiderio di modernizzazione non deve stupire, anzi, qualche volta oltre che sincero ha fatto anche centro, come nel caso di «Painted from memory», l'album inciso con Elvis Costello nel 1996. Insomma, Burt Bacharach è sempre un meraviglioso inventore e a 77 anni può ben definirsi il principale autore di canzoni vivente, come del resto testimoniano i 1.622 cantanti che hanno interpretato le sue canzoni, ma forse dovrebbe rimanere nel suo universo musicale, del resto ben ampio. Rincorrere il rap non fa per lui, come testimoniano «Is love enough?» e lo strumentale «Danger», realizzati con il guru del'hip hop Dr. Dre, rapper e produttore di Eminem. Questo curioso sodalizio con Dr. Dre risale al giorno in cui Bacharach gli venne presentato a Los Angeles in occasione dell'inizio delle registrazioni: «Mi ha dato 4 o 5 loop per la batteria, sono andato in studio con un computer e ho cominciato ad aggiungere elementi. Tastiere, orchestra e un coro greco». Più riuscite le partnership con Rufus Wainwright, il trombettista Chris Botti e Tonio K, co-autore di alcune liriche insieme al maestro. Forse il momento migliore è proprio quello iniziale, «Please explain», scritto e realizzato insieme al batterista Denaun Porter, dove compare una citazione esplicita di uno dei brani più famosi di Bacharach: «What the worlds needs now is love». Ma le sorprese non finiscono qui. Al suo arrivo a Milano, nel presentare il suo disco alla stampa, il compositore si è per la prima volta esposto dal punto di vista politico: «Oggi mi vergogno di questa amministrazione americana, di quello che ha messo in bocca a gente seria come Colin Powell, delle frottole che ci sono state raccontate. So che probabilmente nei prossimi tre anni non mi inviteranno alla Casa Bianca per quello che sto per dire, ma abbiamo bisogno di un presidente che vada meno in vacanza e sia più empatico con la sua nazione».

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