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CONCLUSO IL «K FESTIVAL»

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Quando la noia s'abbatte sul divino Mozart

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S'è concluso con un concerto che saggio sarebbe stato intanare nel bel mezzo della kermesse, anziché porre a suo coronamento: tanto è risultato brutto e stuccoso. In verità, non ci sono musiche di Mozart di seconda scelta, sibbene non siano tutte capolavori, ma vi occorrono in ogni caso interpreti di vaglia: non già ad esaltarne gli abissi ma, piú semplicemente, a non molestarne la numinosa compostezza.... Purtroppo il maestro Fabio Biondi, sul podio dei Ceciliani, non ha recato lustro alle pagine del Salisburghese in programma: o siano l'Ouverture del «Don Giovanni», ed i Cori e musiche di scena per il dramma eroico «Thamos, re d'Egitto». In ambidue i casi, la direzione del volenteroso s'è rivelata imbarazzante per monotonia e superficialità, a tacere delle mende d'una concertazione che ha denunciato volumi fonici disomogenei ed un fraseggio trascurato ed approssimativo. «Thamos» mostra vaghi punti in comune con lo stile e la sensibilità de «Il flauto magico», di là dalla «Stimmung» massonica che li accomuna, ma incomparabili sono l'invenzione e il pathos che li separano. Entrambi poggiano su toni solenni e cerimoniali, ma nel capolavoro questo tono assurge a raffigurazione d'una civiltà, la civiltà dei Lumi, nella pagina qui eseguita i suoni si limitano ad un rivestimento di facciata, ad occasionalità. Non a caso «Thamos» non ha mai mietuto favori di pubblico e di critica lungo due secoli e mezzo di rada esistenza. Non solo. L'esecuzione da noi ascoltata l'altrieri a sera è stata assai disturbata dalla zeppa d'una voce recitante che spiegava, tra un brano e l'altro e nell'indifferenza cosmica, l'ingarbugliato plot: chiosandolo, di sovrappiú, di vacue annotazioni lirico-musicali. Il quartetto delle voci soliste ha fatto del proprio meglio; il Coro istruito dal maestro Gabbiani s'è ben portato; l'Orchestra ha routineggiato ed il pubblico ha automaticamente applaudito siccome è uso in siffatti frangenti. Ha applaudito però senza chiedere bis veruno: che il prodigo Biondi, incurante della non-richiesta, ha immantinente conceduto onde appagare una platea già paga.

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