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«Talpa», c'è puzza di taroccamento

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Dubbi sulla prova dei concorrenti del reality «arrostiti» nei sarcofagi

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Soprattutto dinanzi a prove estreme in cui sembra messa in pericolo l'incolumità dei concorrenti. E «La talpa», il reality in onda il martedì sera su Italia Uno, pare incrementare la sensazione che quanto viene percepito in Tv forse non corrisponde alla realtà dei fatti. Dubbi avanzati ieri anche da «Striscia la notizia», che ha mostrato un fuori onda durante il quale i componenti del cast andavano a prendere un caffè mentre andava in onda la pubblicità. Martedì sera, infatti, una delle prove estreme in programma consisteva nel rinchiudere tutti i partecipanti in sarcofagi di terracotta intorno ai quali fiamme accese appositamente dovevano aumentare la temperatura interna. Nell'attesa di essere liberati a turno, a suon di martellate dai compagni che nel frattempo erano riusciti a venir fuori, i concorrenti restavano dentro le statue, al buio, soffrendo, sembrava, per la mancanza d'aria e per l'angoscia della claustrofobia. Intanto la conduttrice Paola Perego, apparantemente molto preoccupata per l'incolumità dei prigionieri, incitava a far presto perché tutti venissero liberati. A questo punto, mentre il telespettatore angosciato lottava a sua volta psicologicamente contro il tempo, la Perego annunciava uno stacco pubblicitario. Il che significava che i prigionieri sarebbero rimasti rinchiusi per tutta l'interruzione perché la prova doveva fermarsi, essendo realizzata in diretta. Ma è andata proprio così? Per il Tg satirico di Ricci evidentemente no. Precedenti contestazioni su reality show ce ne sono state parecchie. Ad iniziare dalle polemiche sulla prima edizione de «L'isola dei famosi», continuando sui dubbi sorti durante le cinque serie de «Il grande fratello», fino ad arrivare, lo scorso anno alla dura contestazione di Nike Rivelli contro «Il ristorante», reality di Raiuno, condotto da Antonella Clerici che la Rivelli accusò di falsità. Quel che è accaduto, l'altra sera a «La talpa» e la verità sulle prove estreme, ce lo ha spiegato Silvio Testi, produttore del reality show la cui prima edizione era andata in onda su Raidue a febbraio del 2004. «La verità è che martedì scorso abbiamo avuto due problemi nella puntata: innanzitutto un ritardo accumulato nel tempo ha costretto la rete a mandare in onda il blocco pubblicitario nel momento in cui i concorrenti erano prigionieri dei sarcofagi. Non nascondo che siamo restati tutti un po' male, perché è stata intaccata la continuità del racconto. E poi non è stato messo in evidenza che noi assicuriamo la perfetta incolumità dei partecipanti che devono sopportare soltanto il disagio dovuto allo spavento». In altri termini, insomma, fa capire Testi, l'aria nei sarcofagi era assicurata da una serie di buchi attraverso i quali passavano anche i fili delle telecamere inserite all'interno. La Perego che Testi definisce la migliore conduttrice di reality show, si fa però troppo coinvolgere dall'emozione e lascia percepire al pubblico dei pericoli che invece non ci sono. Tutto vero, dunque, solo alcuni inconvenienti tecnici? A qualcuno sembrerebbe di no. «Io la settimana scorsa, qualche sospetto l'ho avuto dinanzi alla prova di Alessia Mancini che sembrava stesse affogando nella palude all'interno della quale c'erano sabbie mobili ed invece dopo pochi istanti è venuta fuori dimentica delle grida di aiuto lanciate come se fosse in grave pericolo», afferma Guido Bagatta che è stato l'inviato nello Yucatan nella prima edizione de «La talpa». «Se posso testimoniare che le prove estreme sono assolutamente vere - continua Bagatta che adesso scrive libri e sarà tra breve in Tv con una trasmissione sui telefilm, - devo confessare che spesso mi meravigliavo per la durezza delle prove inflitte ai concorrenti che a mio parere potevano anche trovarsi in pericolo. Di pilotato, nella mia edizione, notavo soltanto il modo con cui spesso i partecipanti venivano stimolati a lottare. Ma rientrava nell'ufficialità. Davvero non so spiegarmi, però, come abbiano fatto martedì sera a mandare in onda

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