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Muccino mette in crisi Verdone

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Scontro generazionale a lieto fine in «Il mio miglior nemico»

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complice, anche questa volta, il produttore Aurelio De Laurentiis. Verdone, che torna così alla regia, e Muccino hanno scritto insieme (coadiuvati da Pasquale Plastino e Silvia Ranfagni) una storia di confronto-scontro generazionale in cui si trovano a girare l'Italia e l'Europa, scontrandosi per le loro divergenze e misurandosi con le loro somiglianze, in un fitto intreccio di avventure. Le riprese dureranno 11 settimane tra Roma, Ginevra e Istanbul. Verdone è Achille De Bellis, il top manager di un'importante catena alberghiera di proprietà di sua moglie e di suo cognato. Sembra avere tutto ciò che un uomo desidera: una bella casa, un buon matrimonio e una solida posizione sul lavoro. Ma mentre si avvicina l'anniversario delle nozze d' argento, ogni certezza nella sua vita viene travolta dall'incontro-scontro con uno sbandatello di 23 anni di nome Orfeo (Silvio Muccino). Orfeo vive in un quartiere popolare di Roma e come i suoi amici non coltiva grandi ambizioni, ma si trascina in un'esistenza fatta di lavoretti precari e pomeriggi consumati in chiacchiere inconcludenti. Non ha mai conosciuto suo padre, è cresciuto in fretta, costretto a prendersi cura di una madre instabile, incapace di affrontare il quotidiano, e passa frequentemente dalla depressione all'euforia. Dal momento del loro incontro le vite di Achille e di Orfeo cominciano ad andare in pezzi con un curioso parallelismo anche a causa di una forzata convivenza che esploderà però in una strana amicizia, una sorta di rapporto padre-figlio.

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