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Ray Charles e B.B. King

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da leggenda

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Ma B.B. King non ha mai smesso di amare Lucille, l'unica alla quale abbia giurato fedeltà. Solo che Lucille è una chitarra, una Gibson nera che - a detta del suo proprietario - «a volte piange, spesso mi parla, ma vuole suonare soltanto il blues». La storia di questo matrimonio d'arte ha avuto un climax già nel 1949, l'anno in cui "Blues Boy" King cominciò a registrare professionalmente i suoi brani (cinquanta album, da allora) e a girare in tour per l'America. In una gelida notte d'inverno si ritrovò a suonare in un locale di Twist, Arkansas. Per riscaldare la sala era stato acceso un bidone di cherosene, proprio nel mezzo della platea. Due uomini presero a darsele di santa ragione, rovesciarono quel barile e in un baleno le fiamme avvolsero l'edificio. Tutti fuori di corsa, ma B.B. si accorse di aver lasciato dentro la sua chitarra e sfidò il fuoco, recuperandola prima che crollasse il tetto. L'indomani, il musicista seppe che quei due si erano azzuffati per una donna di nome Lucille, e così nacque la leggenda. «Lei mi ha salvato più volte la vita», rivela King: «una volta la mia macchina si rovesciò e "Lucille" ruppe il finestrino, così riuscii a salvarmi...». Feticismo? Certo. Nel 1998, prima di un concerto nello Stato di New York, il gigante del blues nero denunciò - disperato - il "rapimento" della sua adorata sei corde, mobilitando la polizia perché la rintracciasse. Un'ora di terrore, prima di capire che si era trattato di un banale ritardo del pullmino della strumentazione. Ma un anno prima "Lucille" (una di quelle originali, visto che il modello viene prodotto industrialmente dal 1982) era stata donata dallo stesso B.B. King a Wojtyla, durante un'udienza in Vaticano. Il Papa sorrise, imbracciò lo strumento, ma non si azzardò a tentare di suonarla. A ognuno il suo mestiere. Che per B.B. resta quello del campione del genere, vita natural durante. Ieri ha compiuto 80 anni, e la sua città natale, Indianola (Mississippi) gli sta costruendo un museo in suo onore, e ha avviato dei festeggiamenti che dureranno sei mesi. Lui, alla vigilia del suo prossimo tour mondiale, appare in smagliante forma nel suo nuovo disco di duetti, «80», dove rivisita gran parte del suo repertorio storico in compagnia di colleghi dal nome altisonante. C'è l'amico Eric Clapton, il concittadino (a Las Vegas...) Elton John, l'ex Eagles Glenn Frey, e lo ZZ Top Billy Gibbons. E ancora, quel monumento di Van Morrison, poi Daryl Hall, Mark Knopfler, Roger Daltrey. Ma le perle sono le ballate con le voci di Sheryl Crow o di Gloria Estefan. E una "Funny how time slips away" con un altro straordinario interprete blues come Bobby Bland: in pochi minuti, l'essenza purissima di uno stile. Un anno e mezzo fa B.B. King suonò al funerale del suo amico Ray Charles: ed è del "Genius" che in queste ore viene pubblicato, anche per lui, un disco di duetti. Il precedente, uscito dopo la sua morte, vendette più di tre milioni di copie, ma mostrava un Ray già costretto a mascherare con la sua classe i progressi del male. Questi, invece, sono nastri registrati fra il '97 e il '98, e dei quali, per anni, Ray aveva lamentato la scomparsa, scottato da un caso analogo: un tecnico del suono aveva infatti rubato altre sue incisioni preziose. Così, poco prima di morire, Charles chiamò i suoi discografici pregandoli di mettere a punto la produzione di questo nuovo cd. Non è un'operazione necrofila: in "Genius & Friends" l'immenso Ray offre il meglio di sé, in una collezione pop-soul patinata ma non algida, curata senza essere di maniera. Grandi voci, anche qui, accanto al protagonista: e per Laura Pausini c'è l'onore di una "I surrender to love" scelta come primo singolo. Per il resto, l'imbarazzo della scelta: da Angie Stone a Mary J.Blige, da Alicia Keys (nell'inno "America The Beautiful") a John Legend, fino a mature leonesse black come Diana Ross, Gladys Knight, Patti Labelle. Tra i bianchi, il classico George Michael, e un countryman come Chris Isaak, ai

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