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di ANTONELLO SARNO CINQUANTA secondi di applausi alla fine della proiezione stampa della «Bestia nel ...

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Il successo si è ripetuto, ingigantito, alla proiezione per il pubblico: un interminabile applauso di 12 minuti. Applausi in grado, qui alla Mostra di Venezia, di far tirare un sospiro di sollievo sui destini del nostro cinema. Già, perché dopo le polemiche sul film di Faenza, ingiustamente fischiato, evitare le contestazioni è stato l'imperativo per la macchina promozionale del film. Che esce nei cinema stasera. Traducendo: la Mostra potrà non servire a vincere i premi ma deve essere utile almeno agli incassi in sala, che è poi lo scopo per cui - da cent'anni e più - si fanno i film. Una protezione, chiamiamola così, che ha previsto anche l'arrivo al Lido del nutritissimo, e bravissimo, cast mentre la proiezione per la stampa era ancora in corso. Come dire, cioè, alla larga da domande precoci dei cronisti assetati di notizie. Un arrivo talmente «protetto» da provocare un fenomeno esilarante. Sbarcati alla Mostra insieme alla regista, circondati da fotografi e telecamere, i tanti e bravissimi protagonisti del film Giovanna Mezzogiorno, Stefania Rocca, Alessio Boni, la rivelazione dell'anno Francesca Inaudi, Angela Fimnocchiaro, Giuseppe Battiston (da tenere d'occhio) e Luigi LoCascio («sono un veterano, dai "Cento passi" ad oggi sono al mio quinto festival consecutivo») non avevano ancora nessuna notizia dell'accoglienza. E così, in assenza di giornalisti allo sbarco, gli attori più bravi ed importanti del nostro giovane star-system si sono stretti gli uni accanto agli altri spauriti, emozionati, e soprattutto timorosi di ricevere dalla proiezione che stava terminando una cattiva notizia. Un impaccio incalzato dai fotografi che, dopo qualche minuto, hanno urlato al gruppo frasi del tipo «A regà, e fatece 'n soriso! Che è 'sto mortorio ? Pare de stà 'n galera!». Pura «Dolce Vita». Sbloccato dall'accento romano tipico di quasi tutti i paparazzi, il sorriso c'è stato. Gli animi si sono rasserenati dopo le notizie della sala plaudente al punto che nelle interviste singole, specie con le tv, il cast della «Bestia nel cuore» si è definitivamente lasciato andare. «Questi attori sono un po' la mia famiglia. È un film in cui mi sono completamente scoperta e messa in gioco», ammette Cristina Comencini, mentre Giovanna Mezzogiorno aggiunge che «sarebbe giusto vietare al pubblico dei critici di fischiare durante la proiezione, lasciando liberi tutti di esprimere il proprio parere, anche rumorosamente, dopo la fine del film». Più ispirato Luigi Lo Cascio: «Sono rimasto affascinato dalla bravura di Giovanna Mezzogiorno (effettivamente la più in parte di tutti), che è addirittura più brava dal vivo, sul set, di quanto si riesca a vedere sullo schermo. Un'esperienza importante». Non solo per lui, anche per lo spettatore, che dovrà solo scontare un'eccessiva insistenza del film su alcuni passaggi davvero troppo mélo. Da ultima, ma dopodomani sarà la prima, è sbarcata in laguna la leonessa Stefania Sandrelli, che in chiusura riceverà dalle mani della figlia Amanda il Leone d'oro alla carriera Bellissima e bravissima, la 60enne Stefania è tra le poche attrici che non hanno rinnegato la propria esperienza con Titno Brass, con cui Stefania girò «La chiave», un film che nel 1983 le rilanciò la carriera. Bella, brava, premiata. Ed anche leale e sincera. Vi par poco, per un'attrice?

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