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I gol di Bonolis si perdono tra frizzi e lazzi

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Esordio con luci e ombre del «Novantesimo minuto» targato Mediaset

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È stata, per gli spettatori della Tv generalista, la prima domenica nel pallone, caratterizzata dalla mancanza di «Novantesimo minuto», che però Bonolis ha ricordato ad inizio del programma, mandando in onda anche alcune immagini, da quelle del fondatore Paolo Valenti a quelle dell'ultima conduttrice Paola Ferrari. Ma la domenica di ieri è stata caratterizzata anche dagli sforzi titanici di un'indomita Simona Ventura alle prese con un'edizione di «Quelli che il calcio» priva della serie A. Bonolis, camicia bianca a maniche lunghe, senza giacca ma fornito di cravatta, ha voluto accreditare la prima puntata del programma legato al maggiore campionato come una sorta di numero zero. Padrone della situazione, nonostante alcuni vistosi inconvenienti, ironico ma non troppo, perché il calcio è una cosa seria, distante dall'istrionico padrone di casa di «Affari tuoi», sobrio nel linguaggio, dal quale ha cercato di far trapelare tutta la sua competenza sportiva anche nel commento di alcune immagini delle partite, Bonolis ha interagito con gli ospiti intervistati in collegamento dai giornalisti sportivi. E, sempre ad inizio trasmissione, nello studio in cui prevaleva il colore rosso, il padrone di casa ha presentato la redazione sportiva di un programma che ha subito tentato di prendere le distanze dai ritmi di «Novantesimo minuto», senza però riuscirci appieno. Le telecronache delle partite, infatti, conservavano i ritmi già visti nella trasmissione «Controcampo» di Sandro Piccinini, in onda su Italia Uno. La differenza più significativa è stata la grande mole di interruzioni pubblicitarie e di spot, di alcuni dei quali è stato testimonial lo stesso padrone di casa che ha reclamizzato persino una nota marca di acqua minerale. Altra differenza è stata l'aver affidato a personaggi non sportivi, come Dario Vergassola, il commento di alcune partite. La giornalista Monica Vanali bionda assistente del padrone di casa, evocava sensibilmente la Ferrari ex di «Novantesimo minuto», ed ha sfoderato tutta la propria grinta, talvolta anche troppa, intervenendo a più riprese nel programma. Insomma sono apparsi tutti compenetrati nei propri ruoli, in particolare i giornalisti addetti al commento delle partite, molti dei quali, tra cui Simone Malagudi, hanno sfoderato un linguaggio forbito e ricercato, sulla scia dei colleghi di viale Mazzini. Se da una parte «Serie A» ha dato la sensazione di essere un elegante salotto sportivo, dall'altra non ha rinunciato a toni populistici che facevano assimilare il programma ad una riunione tra sportivi al bar. Bonolis infatti non si è limitato solo a coordinare i filmati delle partite, ma si è interessato anche del cosiddetto background degli incontri. Una dicotomia che esprime le due anime del padrone di casa. A quindici minuti dalla fine di «Serie A», finalmente è intervenuta la Gialappa's Band con un'edizione di «Mai dire gol» che somigliava tanto ad una «Paperissima» per gli errori e le gaffe messi in evidenza ma divisa in due dalla solita interruzione pubblicitaria. Solo allora Bonolis ha mostrato maggiore ironia. Dall'altra parte dell'etere, nello spazio a propria disposizione, su Raidue, Simona Ventura, al corto di collegamenti, ha puntato soprattutto sulla presenza in studio di ospiti, come Aldo Montano e Luisa Corna, è riuscita a far credere di avere in collegamento con lo stadio Del Duca di Ascoli, come inviati Linda e Maurizio Nichetti, ovviamente presenti in un altro stadio, ha incrementato i collegamenti con sedi alternative come gli stabilimenti balneari di Ostia e di Palermo ed ha dato più spazio alla presenza in video del Gigi Maifredi Team il cui compito è di ripetere le azioni che hanno portato ai goal. È approdata in video anche la chiacchierata parodia, in verità ben realizzata da Max Giusti, di Stefano Ricucci. Mentre la new entry Lucia Ocone, ha dato vita ad una curiosa imitazion

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