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Capuano: «I nostri figli sono migliori di noi»

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«La guerra di Mario» osannato dalla critica ma rimasto senza premi a Locarno tenta la fortuna a Toronto

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Descrizione mai così azzeccata per Antonio Capuano, l'unico regista italiano in concorso a Locarno che nonostante un film interessante e ben recitato, come la maggior parte della critica non ha mancato di sottolineare, non è riuscito a conquistare alcun premio significativo. Sarà per questa sua inclinazione che ne «La guerra di Mario», il regista napoletano, già autore di «Luna rossa», è riuscito a raccontare così bene la storia di un bambino difficile e sbandato. «Veramente girando questo film ho capito che stiamo crescendo una generazione di persone decisamente migliori di noi» dice il regista. Capuano, quanti provini ha dovuto fare per riuscire a scovare un talento naturale come quello di Marco Grieco, il bambino protagonista del film? «Ho dovuto setacciare quasi tutte le scuole elementari del napoletano, facendo centinaia di provini. Ho racimolato una enorme mole di materiale con il quale si potrebbe fare un altro film». Cosa l'ha maggiormente colpita di questi piccoli potenziali attori? «L'enorme conoscenza della realtà, di ciò che li circonda, e la voglia di parlarne. Anche in politica, sa, sono molto ferrati. Con mio grande stupore ho scoperto che conoscevano nomi, cognomi e ruoli istituzionali». Da dove nasce «La guerra di Mario»? «Da una vicenda reale vissuta da una mia cara amica. Inizialmente dovevamo scriverlo insieme poi lei all'ultimo momento si è tirata indietro, ancora molto provata da quello che le era accaduto. Per questa ragione non ha mai voluto vedere il film e per dimenticare ha fatto un lungo viaggio in Oriente». Come si è trovato sul set alle prese con un ragazzino non certo facile, proveniente dai Quartieri Spagnoli? «Devo dire che il primo giorno di riprese pensavo volesse scappare. Non sapevo come prenderlo, mi chiedeva in continuazione perchè avessi scelto proprio lui. È un ragazzo meraviglioso ma molto simile a come appare sullo schermo, inafferabile e forte. Ci ha conquistati tutti, anche Valeria Golino ha cercato con scarso successo di avere la sua fiducia. Luca Bigazzi, il direttore della fotografia alcune volte lo prendeva in giro. Un giorno lo ha gelato dicendogli: "Il tuo compito è quello di tenere l'occhio sull'obiettivo della macchina fotografica"». Una Golino straordinaria, perchè l'ha scelta? «Quando ci siamo incontrati una mattina, in un bar di Roma, guardandola bene ho capito che somigliava in maniera impressionante alla vera Giulia». Deluso dell'esito di Locarno? «Molto, però devo dire che i titoli dei giornali del giorno dopo nei quali si esprimeva la delusione per il mancato premio ci ha ripagato di tutta l'amarezza». Quando uscirà nelle sale il film? «A novembre e sarà distribuito da Medusa. Prima però, dall'8 settembre, saremo al Toronto International Film Festival».

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