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Pierluigi Diaco «Nel mio salotto

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non accetterò tessere di partito»

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15»,un'agenda e un'agenzia insieme - come lui stesso l'ha definito - un salotto culturale all'interno del quale poter parlare di politica «senza censure», in previsione delle elezioni del 2006. Nato nella fila di Radiomontecarlo e cresciuto dietro i microfoni di Radio 24 Diaco, 28 anni, manderà in onda il programma che aveva preso il via in giugno ma era stato interrotto dalle ferie d'agosto per riprendere, appunto, i primi di settembre. Diaco torna in un programma tv e in prima serata, con quali caratteristiche? «Abbiamo avuto il privilegio di essere trasmessi prima di Porta a Porta di Bruno Vespa e subito dopo Otto e mezzo di Giuliano Ferrara e tutti i giorni della settimana, a differenza di Ballarò, ad esempio. Un privilegio anche dal punto di vista della concorrenza: un'agenzia di informazione televisiva che andrà in onda nello stesso orario di chiusura dei quotidiani e attraverso il quale garantiremo un servizio di informazione teso alla valorizzazione delle risorse interne dell'impresa». Novità rispetto alla precedente edizione «Manterremo la scenografia, bellissima, del precedente programma: il meglio andrà anche in onda la mattina presto, tra le 6 e le otto e, in chiaro, su Raitre». Gli ospiti? «Rimarranno più o meno gli stessi, si tratterà comunque dei personaggi più in vista del mondo politico e ci sarà una preferenza per i direttori di quotidiani sia locali che regionali, di radio e sarà dato ampio spazio agli opinionisti e ai giornalisti per il commento al discorso politico». Lo schieramento, il colore del programma? «A differenza di molte trasmissioni televisive "Rai 21.15" non si schiererà a favore di nessuna parte politica, non faccio come gli altri, non ho tessere elettorali, ho 28 anni e voglio rappresentare la realtà». Modelli televisivi da seguire nella conduzione di un programma? «Non ho modelli da seguire, non ho neanche modelli politici da seguire, è un "one man show"... magari ho dei punti di riferimento». Punti di riferimento? «Punti di riferimento Giuliano Ferrara e Sandro Curzi». I prossimi progetti? «Per ora sono concentrato nella conduzione di questo programma... ho lavorato dieci anni in radio, in un programma che andava in onda ogni mattina» Nostalgia? «No, anche perché dopo la televisione tornerò di nuovo a condurre un programma insieme a un personaggio politico... di cui ancora non posso fare il nome».

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