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È MORTO l'altra notte nella sua abitazione romana Tonino Delli Colli, da oltre 60 anni lavorava nel cinema ...

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Aveva 82 anni. Tonino Delli Colli nel 1939, a sedici anni, era già a Cinencittà, assistente operatore di Ubaldo Arata e Anchise Brizzi, e, solo un mese fa, ha ritirato il suo ultimo premio, il Globo d'oro alla carriera. Al suo fianco, dagli inizi fino alla fine degli anni '60, suo cugino Franco Delli Colli, che ne è stato assistente quando Tonino era operatore, che era alla macchina da presa quanto Tonino è diventato direttore della fotografia. Poi, professionalmente, si sono divisi. L'esordio di Tonino Delli Colli come direttore della fotografia è nel 1943 con «Finalmente sì!» del regista ungherese Laslo Kish. Nel 1952 gira il primo film italiano a colori (Ferraniacolor) «Totò a colori» di Steno. È l'operatore dei grandi successi di Sergio Leone: «Il buono, il brutto e il cattivo» (1966) e «C'era una volta il West» (1968). Capace di adattarsi alle esigienze creative di registi come Pier Paolo Pasolini, Dino Risi, Mario Monicelli, Federico Fellini, Giuseppe Tornatore, Lina Wertmuller, Bellocchio, Ferreri, Faenza, Benigni. La sua filmografia è la storia del cinema italiano, ma è direttore della fotografia anche di grandi registi stranieri come, per citarne solo alcuni, Louis Malle («Tre passi nel deliro» del '67), J. Jacques Annaud («Il nome della rosa» dell'86), Roman Polanski («Luna di fiele» del '92). Ha interpretato se stesso nel film «L'intervista» di Fellini. Lo hanno ricordato con affetto e ammirazione il presidente della Biennale di Venezia, Davide Croff e il direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, Marco Mueller definendolo «un maestro della luce»; e poi Dino Risi che lo ha chiamato «geniaccio della fotografia». Per Mario Monicelli è «un caro amico che se ne va». I funerali domani alle 11 alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli, a piazza del Popolo, a Roma.

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