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SI È spento ieri a Roma il regista Sandro Bolchi.

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Nel '63 propose «Il mulino del Po», tratto dall'omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli, con Raf Vallone nei panni di un ex soldato napoleonico che vuol costruire il suo mulino nonostante la mafia locale. Un grande successo seguito, nel 1967, da una delle opere più grandi della letteratura italiana: «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni. Otto puntate dal costo record di 500 milioni di lire dell'epoca che consegnano alla prima serata il romanzo storico. Da allora, per gli italiani, Lucia avrà il viso di Paola Pitagora e Renzo sarà Nino Castelnuovo. Bolchi prima di Manzoni aveva portato in tv «I miserabili» di Victor Hugo. Nel '68 arrivano «Le mie prigioni», di Silvio Pellico; l'anno successivo tocca a un capolavoro russo «I fratelli Karamazov» di Dostoevskij. E poi: «Il cappello del poeta» (1970), «I Demoni» (1972). E ancora: «Anna Karenina» (1974), «Camilla» (1976), «Disonora il padre» da un romanzo di Biagi nel 1978, «Bel Amì» di Maupassant (1979), per arrivare, nel 1988, a «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo.

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