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IN QUARANTAMILA A TRIESTE PER L'ISLE OF MTV

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Chemical Brothers, guerra danceIl duo inglese: il nostro ritmo per combattere le insidie della Storia

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Marco Maccarini e Victoria Cabello aprono le danze presentando la nostra Meg, poi l'uragano Garbage (con Shirley Manson aggressiva e sexy, non solo sul maxi-cavallo a dondolo sul palco) mentre il duo chimico degli inglesi Chemical Brothers, al secolo Ed Simons e Tom Rowlands, profeti della dance di fine ed inizio secolo rispondono (quasi) rilassati alle domande del cronista. Vi sentite più creatori o ri-scrittori di musica? «Noi ci sentiamo creatori, perché chiunque lavora sulla musica di fatto deve inventare, e questa reinterpretazione personale vuol dire comunque creare». Siete stati definiti il gruppo dance più vicino al rock, ma i puristi sostengono che l'elettronica sia la negazione del rock... «Non amiamo le definizioni nette. La nostra musica è quella e frutto delle sensazioni di un momento, e forse le emozioni di chi l'ascolta sono diverse dalle nostre». Voi avete detto che la dance non è morta, ma deve fare i conti con la realtà. Cosa significa? «Per noi la musica è un momento di evasione dalla realtà e non ci vergogniamo se è solo godimento». Il vostro nuovo album si intitola "Push The Button". Si riferisce anche al pericolo di una guerra nucleare? «No, ha un significato positivo. Premi un bottone anche per ascoltare un cd. Noi crediamo solo nell'immaginazione di chi ascolta». Quanto risentirà la musica del difficile momento che stiamo vivendo? «Ne risentiranno positivamente le persone, perché hanno bisogno di qualcosa che le aiuti a superare le difficoltà della vita, e la musica ha questo potere». In "Left Right" parlate di guerra. La musica di oggi può avere lo stesso ruolo che ha avuto negli anni '60 e '70 con il Vietnam? «Qualsiasi cosa che si fa con la musica ha un valore, anche riunire tutta la gente che c'è qui stasera. Ma non ha necessariamente un significato politico».

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