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Nesi: «Mezzo mondo in crisi, ma l'editoria va a gonfie vele»

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Edoardo Nesi, autore dell'Eta dell'oro (Bompiani, 341 pagine, 16 euro), primo tra i finalisti dello Strega, superando anche il favorito Maurizio Maggiani, davvero non pensava che i temi dominanti del suo romanzo divenissero così velocemente vittime di una catastrofe quale è stato il declino inarrestabile dell'industria italiana e il fallimento dell'ultimo referendum sulle tecniche di fecondazione artificiale. Il nostro Autore soffre nell'assistere a eventi che arrestano ciò in cui «bisogna credere», il progresso. Nesi, cosa rappresenta questo per Lei? «Senza dubbio un faro nella notte». Il Suo volume narra la storia del fallimento di Ivo Barrocciai, industriale tessile, che decide di avere un figlio attraverso la fecondazione artificiale, dopo la notizia di essere affetto da un male «profondo e cattivo». Quanto c'è di autobiografico? «Molto. Io ho svolto quel lavoro per quindici anni, ma a differenza del mio protagonista, vorrei continuare a vivere in questa valle di lacrime, chiamato mondo: è sempre meglio d'una malattia incurabile». L'età dell'oro è ormai andata, ritornerà? Non è dato sapere. Sappiamo però che le pagine di Nesi, soprattutto quelle più liriche, esprimono il potere di una commozione alta, priva di ogni retorica e sempre attenta a non allontanarsi dalla natura reale «delle cose», direbbe l'insigne poeta Lucrezio, senza il risparmio di termini anche forti ma efficaci e molto pertinenti. Un esempio: «E poi dite che forse alla fine una funzione ce l'avete anche voi, una sola ma importante, quella di piangere per tutti. Per tutto il mondo. Per tutta l'umanità del cazzo». Una letteratura, quindi, che guarda soprattutto al mondo reale? «Il più reale possibile!». Neil Young nella musica, Gerhard Richter nella pittura, Tim Burton nel cinema e Hunter Thompson nella letteratura sono i suoi autori prediletti. Un'opinione sulla situazione attuale dell'Editoria? «Penso che si stia aprendo molto con una maggiore attenzione alle novità provenienti anche dall'estero. Vi sono inoltre debutti interessanti. Insomma, un buon periodo». A proposito di debutti, un consiglio a un giovane scrittore che voglia esordire? «Leggere il proprio romanzo tante volte a voce alta. E' molto efficace». Può segnalare un libro per l'estate? «L'Estro quotidiano di Raffaele La Capria». Questi ha affermato che l'espressione dei sentimenti talvolta supera quella delle ideologie. Lei è d'accordo? «Bisogna vedere chi lo fa!» Una curiosità dulcis in fundo: Edoardo Nesi coltiva carpe giapponesi, «pesci ornamentali dai colori incredibili», che sta facendo riprodurre in una fontana nei pressi della sua casa. È soddisfatto? «Non molto: non capisco perché non s'accoppiano!» Il 7 luglio sapremo il vincitore del Premio Strega, qualunque sia la sentenza, il romanzo di Edoardo Nesi non lo dimenticheremo facilmente.

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