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«Punto e a capo» d'estate col burqa

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Il conduttore Masotti: «Proporremo reportage di politica e attualità»

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Grazie a quattro speciali di «Punto e a capo» di cui è conduttore Giovanni Masotti, l'approfondimento giornalistico della seconda rete non chiude per ferie. L'esordio del primo dei quattro nuovi appuntamenti, domani, in seconda serata, offre l'occasione di stilare, assieme a Masotti, un bilancio di «Punto e a capo» e di fare il bilancio su un'audience cresciuta dopo la scissione dell'originario programma condotto in coppia con Daniela Vergara, in due segmenti affidati separatamente a ciascuno dei padroni di casa ed in onda l'uno dopo l'altro. Non crede che la trasmissione abbia risentito dell'esordio travagliato e di una certa fretta nella messa in onda? «L'attuale edizione di "Punto e a capo" è stata preparata, lo scorso anno, in soli 18 giorni, con uno studio e una squadra non scelti e una co-conduzione imposta, nonostante la stima e l'amicizia che mi legano da anni a Daniela Vergara. Dal 21 aprile, data in cui mi sono ritrovato solo nella gestione del programma ho cercato di recuperare una stagione difficile e compromessa. I risultati mi hanno dato ragione: nelle ultime dieci puntate lo share è stato del 9,70% e anche lo speciale su Pontida, di domenica scorsa, preparato in sole 10 ore ha ottenuto il 9,90% di share con 1.500.000 spettatori». A quali motivi attribuisce la risalita della trasmissione? «Il mio intento era di coniugare cronaca, politica e dibattito, portando in superficie, oltre le notizie, gli umori della nazione. Volevo caratterizzare il programma sia per la matrice politico-culturale delle tematiche scelte, sia per il coraggio di affrontare argomenti anche scottanti che altri hanno sempre tralasciato. Ho sempre ritenuto che il servizio pubblico non deve essere piatto, il pubblico ha capito e mi ha confermato la sua stima». È per questo che «Punto e a capo» non chiude i battenti con l'arrivo dell'estate, e si prolunga fino a metà luglio? «"Punto e a capo" avrebbe dovuto concludere il proprio ciclo il 9 giugno. I quattro speciali dal titolo "Punto e a capo, aspettando Godò", senza la "t" finale, per la prima volta non lasciano sguarnita l'informazione almeno nella prima parte dell'estate. Sembra incomprensibile il vuoto informativo della Rai in estate che affida la gestione delle notizie solo ai Tg. Ma lo si comprende considerando la scadenza di contratti dei precari di cui sono colme le redazioni dei programmi. Un problema che riguarda una quantità di professionisti di grande valore che avrebbe bisogno di essere risolto». Come saranno articolati i quattro appuntamenti? «Vanno in onda alle 22,50 del giovedì e si basano su reportage di politica ed attualità. Domani affronteremo il problema dei movimenti autonomisti in Europa: la Lega italiana, gli autonomisti catalani, il partito nazionale scozzese, la destra olandese. Una collega in giro col burqa nelle strade di Milano raccoglie i commenti della gente. De Crescenzo in studio racconterà la sua devolution napoletana. Giovedì prossimo ci saranno rivelazioni inedite sulla Banda della Magliana. Nella terza puntata parleremo del cattolicesimo moderato in Europa prendendo spunto dal congresso dell'UDC. Con l'ultima puntata dedicata alla politica estera italiana avremo ospite il ministro Fini. E ad agosto sarò il moderatore di cinque confronti tra politici nell'ambito del festival della Versiliana». Come sarà l'informazione di Raidue per la prossima stagione? «"Punto e a capo" riprende il 22 settembre in prima serata quasi contemporaneamente a "10 minuti" e a "Confronti" di Gigi Moncalvo. E da gennaio ci sarà un ulteriore spazio informativo forse di seconda serata».

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