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L'Italiano, culla dei valori più alti

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Il Sistema Italia tutto sommato dimostra di godere ancora di buona salute nonostante i tagli che la legge finanziaria dello Stato ha inferto al bilancio delle nostre istituzioni culturali all'estero e trovandoci sempre più spesso a fare i conti con una crescente competitività di altre nazioni europee (Inghilterra, Francia, Germania e Spagna) capaci di mettere in campo ben altre risorse per la diffusione e lo studio delle rispettive lingue. Altro che spiccioli! Dalle diverse tavole rotonde tenutesi al Ministero degli Esteri da giovedì 26 fino a ieri, sabato 28 maggio, quella su "L'italiano lingua viva e di cultura" ci è sembrata una delle più interessanti, sia per la qualità degli interventi (Severgnini, Blefari Melazzi, Bottai, Serianni, Sabatini) che per i dati della ricerca Eurisko presentati da Paolo Peluffo, nella doppia veste di Consigliere per la Stampa e l'Informazione del Presidente Ciampi e di Vicepresidente della Dante Alighieri. Condotta su un campione di 161 su 382 sedi estere della nostra rete, la ricerca Eurisko ha posto finalmente un punto fermo sulle motivazioni che spingono ogni anno milioni di stranieri ad avvicinarsi al Bel Paese. Innanzitutto balza agli occhi un 88 percentuale dedicato all'interesse per il nostro "Patrimonio storico-artistico" (stimato dall'Unesco uno dei più ricchi del mondo), seguito da un 70% per la gastronomia, da un ragguardevole 58% per lo stile e la moda ed infine da un 57% di tutto rispetto per ciò che le nostre bellezze paesaggistiche suscitano agli occhi dello straniero. Del resto che l'interesse per la nostra nazione fosse stabile ne eravamo convinti già da tempo (oltre il 55% degli intervistati lo conferma), ma che questa impressione si potesse tradurre addirittura in aumento esponenziale del 60% "rispetto a qualche anno fa" ci rasserena di molto e in qualche modo scaccia via le paure di una crisi annunciata nel settore turistico. Cucina, musica, moda, cinema, bellezze naturali questo è lo stile di vita che più piace e che resta tra i più amati nel mondo. E la lingua di Dante? Con somma sorpresa scopriamo che l'italiano di per sè attira soltanto il 51% degli intervistati. Tuttavia non è il caso di allarmarsi. Ciò significa soltanto che, se non abbinato all'idea di un celebre dipinto, di una elegante architettura o ad un personaggio della storia del Rinascimento il nostro idioma fatica a sopravvivere alla concorrenza delle altre lingue, come dimostra il caso dell'inglese o dello spagnolo le quali hanno una più ampia e pratica diffusione veicolare. A differenza di quest'ultime, l'italiano è una lingua scelta e, fatte le dovute distinzioni, sempre più studiata da chi è alla ricerca di un valore, di un'identità individuale da contrapporre alla massificazione globale. Nei quattro angoli della terra dove l'Eurisko ha svolto l'indagine risulta che, escluso l'inglese, l'interesse per l'italiano è ovunque in forte crescita con punte di eccellenza che arrivano oltre il 66%. Stabilito, dunque, che chi si avvicina alla lingua italiana lo fa soprattutto perché intende visitare la penisola (oltre l'86%) o studiare da vicino il nostro patrimonio d'arte (apprezzabile 67%), resta da capire quali siano le strategie che i nostri Istituti Italiani di Cultura e la Dante Alighieri, ovviamente insieme alle università, alle accademie e non ultimo alla rete dell'Istituto per il Commercio con l'Estero, debbano avviare per colmare la domanda. Dal discorso di apertura del Ministro Fini è emersa ben chiara la coscienza dell'opportunità che oggi viene offerta all'Italia da un mondo posto sul bivio di scelte epocali, dove sempre più conterà la capacità di comunicare nel più breve ed efficace tempo possibile. E sulla via della modernizzazione, conclude questa prima parte dell'inchiesta Eurisko, non si potrà non tenere in conto quelle che sono le richieste di potenziamento e di miglioramento d'offerta che giungono dall'estero a cominc

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