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di NANTAS SALVALAGGIO UNA LAUREA ad honorem? Il Blasco non ci voleva credere, perché sarà ...

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il quale una volta riuscì a far credere al sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, che la Regina d'Inghilterra voleva nominarlo baronetto. Ma poi arrivò la telefonata del rettore della Università IULM, Giovanni Puglisi, che con voce tremula spiegò a Vasco Rossi quanto avessero inciso sulla sua sensibilità canzoni come «Una vita spericolata». «E che tipo di laurea avete pensato di darmi?» insisteva il cantautore, sempre dubbioso sulla serietà della proposta. «Scienza delle Comunicazioni» replicò con brio il rettore: «Lei sarà accolto dal Senato Accademico e da tanti studenti, che sono suoi fans. Dovrà solo indossare la toga, e accettare un brindisi. In un paio d'ore sarà tutto finito». Sospettoso, come molti contadini di Zocca, il paese natale, Vasco non diceva né sì né no. Ma poi pensò alla sua mamma, che tanto aveva sognato di vederlo laureato e bancario in doppiopetto. Invece lui aveva piantato gli studi e s'era dato alla musica, fuorviato dalle compagnie notturne e dai tournée nelle balere emiliane. Nella chiacchierata che ha avuto con i cronisti, il Vasco ha ammesso candidamente ciò che aveva detto al Rettore: «Ebbene, sì, ho accettato per far felice la mia mamma." E nel dirlo, la sua voce era quasi rotta dalla emozione, come il celebre tenore Beniamino Gigli dopo aver cantato "Mamma ce n'è una sola - ci sei soltanto tu"». Hanno chiesto a Vasco, detto "Blasco", se non temeva di deludere i suoi ammiratori; i quali a tutto pensavano, fuorché vedere al telegiornale il Grande Dissacratore in toga. Un reporter gli ha detto: «Sartre ha rifiutato il Premio Nobel, e Nanni Moretti volta le spalle a Hollywood. E lei, invece, che fa? Accetta questo diploma dello IULM, che non è poi gran cosa. Passando dalla corte del Diavolo al senato degli Accademici, lei si contraddice, diventa un bravo ragazzo da Libro Cuore». Questa faccenda della redenzione non gli è troppo piaciuta; e allora, farfugliando mezziconi di frasi come fanno spesso i timidi, Vasco ha detto qualcosa come: «Che cosa non si deve fare per contentare una mamma!». Non pensava invece alla mamma, né alla fidanzata, il rettore Puglisi. Egli ha ammesso di conferire la laurea ad honorem a Vasco soprattutto per far felice se stesso: è stato "un impulso irrefrenabile". «Vasco Rossi - ha soggiunto - ha abbattuto le barriere tra generazioni ed è andato oltre le banalità della società consumistica». Chiudendo gli occhi, sembrava che parlasse di Gandhi. Ma preso dal suo fervore rochettaro, il professor Puglisi è andato oltre, tracimando in un campo minato. Difatti ha detto - che Iddio gli perdoni - che «il Blasco ricalca le orme di Pasolini e di Oscar Wilde». Dato che c'era, poteva aggiungere Arthur Rimbaud e Francois Villon. Ho l'impressione che i genitori con figli iscritti allo IULM saranno presi da un attacco di panico. Ma dove li hanno mandati a studiare? Vasco Rossi come Oscar Wilde? Si ha perciò l'impressione che i santoni delle nostre università abbiano imboccato la strada insidiosa dei magistrati, che smaniano dalla voglia di apparire. L'umorista Giovanni Mosca direbbe: «Per una telecamera - si può delirare». Ma se questo è il leit-motiv che arriva dalla università di Milano, prepariamoci a ben altre "opere buffe". Aspettiamoci lauree a pioggia, a raffica. Toghe e lectio magistralis come se grandinasse. In fila indiana si sono già messi il ginnico Jovanotti e lo stempiato Pino Daniele, Orietta Berti e Loredana Berté. Ma vogliamo fermarci alla musica? Perché escludere soubrette e veline, Maria De Filippi e le sorelle Lecciso? Debbo ammettere, in conclusione, che un po' di colpa ce l'abbiamo tutti. E io per primo. Come lo stesso Blasco scrive nella sua biografia, un mio dannato articolo lo ha sventuratamente tolto dall'anonimato. «Quel tale che scrive sui giornali» diceva Vasco in una sua canzone, mi fa solo il solletico, perché vado al massimo. Era una bella giornata di sole quando criticai la sua esibizione a Domenica In, quella s

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