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Nella Fara abruzzese

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sant'Antonio si festeggia con falò e «cif ciaf»

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Tra i tanti appuntamenti tradizionali vogliamo ricordare quello di un bel paese in provincia di Chieti, Fara Filiorum Petri dove, da oggi e poi domani e lunedì si celebra la «Festa delle farchie». Il paese, a venti chilometri da Chieti e a 200 dalla Capitale, è molto antico, di origine longobarda. Il nucleo abitato dovette essere uno dei primi fondati nel secolo VII quando i Longobardi occuparono la parte interna dell'Abruzzo, mentre i Bizantini erano stanziati nella fascia costiera. Per la posizione di confine con i territori sottoposti all'Impero d'Oriente, probabilmente il centro sin dall'inizio dovette avere un'importanza militare. Le farchie sono dei fasci di forma cilindrica di canne legati con rami di salice rosso. Hanno un diametro variabile: tra i 70 centimetri e il metro ed una lunghezza di 8, 9 o 10 metri. Ugnuna delle contrade del paese ne prepara una. I contradaioli, al comando di un uomo chiamato «capofarchia» le innalzano in piedi. Quando tutte le farchie sono alzate si danno alle fiamme. In occasione della festa delle farchie si ha l'opportunità di degustare all'aperto i prodotti tipici della gastronomia locale. Il giorno di Sant'Antonio Abate, il 17, si trasportano le farchie che poi verranno accese, uno spettacolo mozzafiato che viene celebrato anche con la preparazione di specialità culinarie. Vengono preparati piatti tipici: cotiche e fagioli, sagne (una pasta acqua e farina) e fagioli, spezzatino con le patate, cacionelli con la marmellata (dolci rustici), crispelle (pizzette dolci farina e latte), pizza gialla (fatta con la farina di mais) con verdure, polenta e infine il cif e ciaf (squisito piatto a base di costatine, lombatine e pancetta soffritte con peperoni piccanti). Un'occasione da non perdere.

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