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Arriva in Italia il film di Stone sul re-condottiero. Negli Usa è stato un fiasco

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«Altro che Troy il mio Alessandro è storia»

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Il polpettone storico-sexy (o almeno così è stato definito negli Usa) è andato malissimo nelle sale stelle e strisce. Ora valica l'oceno nella speranza di trovare in Europa (letteralmente) l'ultima spiaggia. Il fatto è che il vecchio Oliver (vecchio per l'esperienza, non per l'età, ne ha solo 58) esce fresco fresco da una gloriosa catastrofe: quel «Persona non grata», film-verità sul dramma israelo-palestinese, osannato alla Mostra di Venezia del 2003 e mai (avete letto bene: mai) uscito nelle sale. Stone forte delle tre statuette sulla mensola del suo camino (per la sceneggiatura di «Fuga di mezzanotte» del '78, per la regia di «Platoon» e «Nato il 4 luglio», rispettivamente '86 e '89), ha ben pensato di rimettersi in sella con questo «Alexander», film-blitz, girato tra Marocco, Gran Bretagna e Thailandia in appena 94 giorni durante i quali sono stati bruciati (udite, udite) 155 milioni di dollari. «È il film più grande che abbia mai realizzato», afferma il regista statunitense. Ma il risultato ha lasciato molte persone perplesse. Le quasi tre ore dedicate a Alessandro il Macedone, che nel IV secolo avanti Cristo sconfisse con la sua falange il potentissimo esercito persiano e poi conquistò tutto il mondo conosciuto e oltre, non hanno suscitato entusiasmo negli Usa. Anzi. Il cast è grandioso: nella parte di Alessandro Colin Farrell («Veronica Guerin», «La regola del sospetto», Daredevil»), e poi Val Kilmer, Angelina Jolie, Anthony Hopkins. Nonostante questo del film negli States si è parlato solo per le fantasiose attitudini sessuali del conquistatore. Stone di fronte alle critiche ha contrattaccato. A Roma, insieme a Farrell e Kilmer, ha difeso ieri il suo lavoro. La Jolie, che non ha sentito il rassicurante profumo del successo, ha preferito non esserci e volare in Africa. «Chiamare Alessandro Magno gay o eterosessuale è riduttivo - spiega Stone - Lo si può definire un pan-sessuale visto che frequentava oltre a donne e uomini anche i trans. Il problema vero è che lui era un esploratore e amava esplorare in tutti i campi». E non solo: «Mi spiace che nel mio Paese ci siano state polemiche - aggiunge Stone - I pregiudizi vanno lasciati fuori dalla porta. Ora spero nel pubblico europeo». E rincara la dose tirando qualche bordata alla cieca contro George W. Bush: «L'espansionismo di Bush non è paragonabile a quello di Alessandro. A questo film penso dal 1989, nel frattempo c'è stato Bush padre che è andato in Iraq e poi ci è andato il figlio per finire il lavoro. Bush vuole il petrolio e vuole portarlo dall'Iraq in America. Alessandro, invece, lasciò le risorse dov'erano». Conclude con bordate anti-Hollywood: «Qualche imbecille ha paragonato il mio film a "Troy" e al "Gladiatore", come se quelli fossero film storici. "Alexander" è un film storico. La verità è che gli americani conoscono a malapena la propria storia che è lunga poco più di 200 anni. E la conoscono dai titoli dei giornali». «Alexander» uscirà il Italia il prossimo venerdì. Nel nostro Paese, come nel resto d'Europa, probabilmente avrà successo, ma non quello che spera Stone. Dopo il ritratto di Fidel Castro «Comandante» (2003) e «Persona non grata» la volpe Oliver, se vorrà, riuscirà a tornare nel cuore del grande pubblico. Ma non sarà con questo Alexander.

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