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Faletti: «Il mio libro non è cosa seria»

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L'ex comico di «Drive in» ha conquistato tutti, in chiusura del Festival diretto da Giorgio Gosetti, quando ha deliziato il pubblico con uno show improvvisato in occasione della presentazione del suo secondo romanzo «Niente di vero tranne gli occhi», pubblicato da Baldini & Castoldi, già fra i più venduti. «Ragazzi, diciamo la verità: un Paese dove io sono uno dei migliori scrittori non è un Paese serio - ha esordito Giorgio Faletti - Lo so, direte che non c'è limite all'umana faccia tosta. Ma dopo "Io uccido", non potevo ritirarmi dalla sfida del secondo romanzo che serve a rivelare se il successo del primo è stato solo una botta di culo». A chi gli ha chiesto di commentare lo «Spaghetti thriller» che hanno affibbiato ai suoi gialli, il 54nne neoscrittore ha replicato: «I film di Sergio Leone furono battezzati "Spaghetti western" e, solo all'idea di poter lasciare in letteratura la stessa traccia che quei film hanno lasciato nel Cinema, sono pronto ad andare in ginocchio da qui a Lourdes, e su un tappeto di ceci, quelli del Senegal che sono i più duri». Riuscirà a battere Dan Brown e Bruno Vespa? Gli chiedono. E lui: «Già il fatto di potermela giocare con loro è una grande gratificazione. Ma con Vespa non è una cosa seria: lui si è giovato del medium Berlusconi che gli ha presentato il libro. È uno scontro impari, a meno che Bush non mi faccia la stessa cortesia». La diffidenza degli scrittori verso l'autore Faletti? «È comprensibile. Se vai dal benzinaio e quello ti dice che ha deciso di fare il medico, un po' rimani perplesso. Se, però, ti guarisce il raffreddore...». E sulla bellezza dei suoi personaggi: «L'estetica ha il suo peso. Diciamo la verità: se un marziano vede Rosy Bindi e Manuela Arcuri, fa fatica a credere che appartengano alla stessa specie».

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