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Neo cantanti, bicipiti & fashion

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Due barilotti, due masse adipose espanse ad infinitum, che quando s'abbraccicavano - metti Tristano ed Isotta, Violetta ed Alfredo - erano due panze a scontrarsi, lasciando all'asciutto, non solo le labbra cinguettanti, ma pur le mani barilòttole che ambivano indarno ad intrecciarsi l'una coll'altra. Ora i tempi sono mutati, anzi sconvolti. Soprani e mezzosoprani, e pure contralti, hanno da essere siluette: preferibilmente snelli corpi leopardeschi pur forniti di magnanimi davanzali (quelli sono rimasti di moda, sempiterne attrattive). Citiamo a caso la Frittoli, la finlandese Mattila, la svedese Van Otter. E lui, il tenore, coi bassi e baritoni appresso, meglio se palestrato e, in specie, bicipitato: a serrare da drago entro le sue braccia d'acciaro la silfide cedente nel di lui do di petto: metti un Jose Cura, o un Luca Canonici.... Perbacchissimo! La colpa del tradimento del belcanto a favore dell'estetica è da addebitarsi ai registi lirici, le cui regíe fanno a gara a chi è piú spudorata ed impunita. I nudi pullulano, non si contano piú sui palcoscenici del mondo, e le scene hard lo stesso; e i casti idilli d'un tempo celebrati da verginee dame e sospirosi cavalieri si trasformano oggi in festini screanzati con intorcinamenti d'indistinte membra: sotto luci rosse in chiave di lupanare. Una volta, in scena si sdraiavano per spirare, le coppie; oggi per ansimare, in copula. Magrezza & sesso. Il melodramma s'adegua al pandemonio legiferante al presente. Certo è che il regista c'ha proprio ragione quando sentenzia che i belli giustificano l'amour-fou meglio dei racchietti ed affini.... Conclusione? «Che gran dono de Dio ch'è la bellezza! Sopra de li quadrini hai da tenella.... Una chiesa, una vacca, una zitella, si è brutta non ze guarda e se disprezza: e Dio stesso, ch'è un pozzo de saviezza, la madre che pijò la vorze bella». (da un Sonetto di Belli, o sia nomen omen).

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