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Cocaina, un padre rivale e i travestimenti da donna

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A sparargli fu suo padre, il settantenne reverendo protestante Marvin senior, al culmine di quello che in un primo momento fu descritto come un litigio, innescatosi il giorno precedente, su alcuni "contratti assicurativi", ma che immediatamente si rivelò essere un insanabile dissidio sull'amore nei confronti della madre del cantante, Alberta, all'epoca 71 anni, che dopo la sparatoria si rifugiò tra le braccia dell'altro figlio, Frank, che viveva nella casa accanto. Se non vi erano dubbi sull'identità dello sparatore, che fu subito condotto in prigione, sconcertante si rivelò il dettaglio, non rivelato dalla polizia, che entrambi i contendenti indossavano abiti femminili. Eppure Marvin Gaye, dopo un lungo periodo di declino artistico, era appena tornato sulla cresta dell'onda con quello che veniva descritto dai critici come un capolavoro di seduzione maschile, quel "Sexual Healing" che gettava nuove basi per l'evoluzione della black music. Quel giorno l'artista compiva 45 anni. In passato, aveva già dichiarato bancarotta e tentato almeno una volta il suicidio ingerendo cocaina purissima. Negli ultimi tempi andava ripetendo dal palco che «restava poco tempo per la sopravvivenza del genere umano. Il giorno del giudizio è il nostro destino. Altri cinque, dieci anni e sarà tutto finito».

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