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Il commissario di Vigata. Ma chi era costui?

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Gli esordi anonimi di un trentenne siculo che oggi è diventato quasi un mito

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«Come di certe persone di famiglia siamo convinti di conoscere vita, morte e miracoli, così ci sentimao preparatissimi sui luoghi, sui gusti e sulle compagnie di un eroe come Montalbano - si legge sul sito Camilleri fans club -. Ma ci sbagliamo, non possiamo sapere tutto, e su Montalbano, comunque, Camilleri ne sa sempre più di noi». Il Montalbano giovane ha comunque già in se tutti i caratteri che conoscevamo, dalla passione per la cucina a quella per il mare (e in «quella Sicilia fatta di terra arsa e riarsa, gialla e marrò, indovi tanticchia di virdi testardo arrisalta sparato come una cannonata...», che è Mascalippa, si sente soffocare); dalla tendenza ad interpretare le regole e non farsene bloccare per arrivare al fondo delle sue indagini, a quella passionalità che lo fa a volte «di umore nivuro come il cielo» e lo spinge, altre, ad adottare un cane, un barbone, una ragazzina cacciata di casa. Compreso, anche senza parole, dal suo capo a Mascalippa che, al momento della promozione a commissario lo fa destinare a Vigata, Montalbano raduna attorno a se, già dal secondo racconto, i Fazio, gli Augello, i Gallo, i Galluzzo, i Catarella; si sistema nella villetta sulla spiaggia e, alla fine, Mary viene sostituita da Livia. La novità forse più evidente in questi tre racconti delle altrettante prime indagini del nostro commissario, è la presenza forte della mafia: le famiglie Cuffaro e Sinagra, i due onorevoli di riferimento dei boss (stesso partito), i prestanome, i meccanismi del riciclaggio e dell'acquisizione delle società. Credibilissimi, quasi presi di peso dalla cronaca, tanto che l'autore sottolinea in nota «i personaggi di queste storie, i loro nomi (soprattutto i cognomi!) e le situazioni nelle quali si trovano e agiscono sono frutto della mia fantasia». Di fantasia è forse, soprattutto, la possibilità per il nostro commissario di far finire in galera un rampollo dell'onorata società e continuare tranquillo per la sua strada. Ma la cifra del racconto di Camilleri resta quella che amiamo da sempre: non c'è sangue, anzi non c'è nemmeno un morto. R. L. Andrea Camilleri «La prima indagine di Montalbano» Mondadori 340 pagine 16,50 euro

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