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di PAOLA ASPRI «PER CONOSCERE un'attrice, basta vedere quale gioiello indossa».

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Nato a Roma, da una madre impiegata alla Fao ed un padre brevettatore di giocattoli per bambini, ha vissuto per lungo tempo con la sua famiglia tra il Michigan, Detroit, San Diego e la California. Quindici anni fuori dei confini italiani che gli hanno reso il gusto artistico per l'innovazione. Oggi, vive con Andrea, un incrocio tra un pastore tedesco e pastore belga. Il suo primo amore è stata Sabrina Salerno, cui dedicò la prima collana chiamata «Riflessi». La promozione delle sue creazioni è demandata allo Studio Enrico Lucherini con cui Sirugo ha un buon rapporto oltre che professionale, anche d'amicizia. «Enrico - afferma Sirugo - è infaticabile, è stato lui ad aprirmi il mondo del cinema; mi ha presentato Maria Grazia Cucinotta, quando faceva la valletta per "C'era questo e c'era quello", divenne subito mia cliente comprando una collana a "moschettoni"». Inoltre, ha impreziosito gli abiti di Richard Gere ne «Il primo cavaliere» (film del 1995), ai tempi della Tavola Rotonda inventando arcaici e robusti monili. Le sue clienti? Chiara Caselli, Margherita Buy, Stefania Sandrelli, che all'ultimo Festival di Venezia per presentare «Un film parlato», ha indossato proprio la colonna «Riflessi». Ma a quali dive del grande schermo Giovanni Sirugo dedicherebbe un suo oggetto prezioso? «A Fanny Ardant, nei cinema in questi giorni con "L'odore del sangue", essendo una donna sensuale, ma con le caratteristiche di una dark lady del trascorso, farei indossare un girocollo in argento nero e granate. Mentre a Penelope Cruz, Italia in "Non ti muovere", per esempio, non saprei cosa consigliarle, è una donna che non indossa gioielli, ma li regala, anche perché preferisce coprirsi di ricordi e non di novità». A Vanessa Incontrada, conduttrice di «Zelig Circus» e interprete insieme a Libero Di Rienzo di «Andata+Ritorno», cosa consiglierebbe per la sua personalità così esuberante? «Un grande bracciale d'argento a lastre, già creato per Lisa Vanzina. Farebbe risaltare lo spirito di donna guerriera che è in lei. A Simona Ventura che non conosce confini cosa mai metterebbe per essere in linea con la sua prorompenza? «Un oggetto che avevo creato prima che Dolce & Gabbana lo immettessero sul mercato. Una collana a croce con rosario in oro bianco e rubini, un incrocio tra il sacro e il profano».

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