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di GABRIELLA SASSONE DA EMBLEMA di mafia a simbolo di mutamento.

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Ha intrigato tutti gli stilisti, da Dolce & Gabbana a Chanel, ed è arrivata a sfilare sulle passerelle di tutto il mondo. Le fashion-victims che non si perdono una novità non escono più di casa senza. La sfoggiano per essere sbarazzine anche nelle serate importanti dive del calibro di Naomi Campbell, Monica Bellucci, Valeria Marini e Simona Ventura. Ma non se ne separano mai neanche «uomini d'onore» come Eros Ramazzotti e Michele Placido, che l'ha indossata anche all'anteprima capitolina del suo ultimo film «L'odore del sangue». È la coppola, il tipico copricapo siciliano, che nell'immaginario collettivo è stata a lungo stereotipo di mafia e che oggi, strappata dalla testa dei mafiosi, è un indumento fashion tra i più trendy. Vive dunque una seconda giovinezza la coppola, le cui origini risalgono all'Inghilterra del Settecento dove a sfoggiarla come copricapo sportivo erano i nobili inglesi. Sbarcata in Sicilia nell'800, la coppola fu una grande conquista della borghesia e dell'artigianato: fino ad allora, infatti, i cappelli erano privilegio dei nobili. Ad oscurarla quasi del tutto fu proprio il suo stretto legame con i mafiosi. «È vero, per tanto tempo la coppola non fu più prodotta. Oggi possiamo dire con vanto che oltre ad essere il souvenir per eccellenza della Trinacria, come il sombrero per i messicani, è il simbolo di una Sicilia che cambia: dà occupazione, ha tolto decine di donne dal disagio dando loro un lavoro», spiega Guido Agnello, presidente della Fondazione Palazzo Intelligente di Palermo che col patrocinio dell'Onu si occupa dell'intero patrimonio culturale siciliano, coppola compresa. Si chiama «Sangiuseppe spa» la società che dal '99 produce la nuova coppola in quel di San Giuseppe Jato (Palermo), in un'azienda artigianale che ha ben 45 sarte a disposizione. Ora la «Sangiuseppe» ha affidato la commercializzazione e la distribuzione delle sue «opere» a Gabriele Israelovici e Giulio Tassoni che le venderanno a Roma nel negozio nuovo di zecca «La coppola storta», in via Piè di Marmo. E tra un mese sbarcheranno anche a New York, a Soho. Il punto vendita romano, 55 metri quadrati tutti legno e ferro, inaugura con un mondanissimo happening firmato da Ilaria de Grenet e Giovannella Moncada di Paternò martedì prossimo. Per l'occasione, la Provincia di Palermo e il Comune di San Giuseppe Jato invieranno i migliori prodotti del loro territorio, offerti su bancarelle simil mercato della Vucciria: formaggi, agrumi, cassate, cannoli, marzapane. Il negozio venderà solo coppole di ogni forma, colore e tessuto. Tutte rigorosamente made in Sicilia, cucite e ricamate a mano su stampo di legno. Ognuna è un pezzo unico e non fatto in serie. I prezzi? Accessibili: dai 35 ai 68 euro. Le collezioni spaziano dai tessuti naturali a quelli tecnologici in una gamma straordinaria di disegni e colori moda; accanto ai motivi classici ci sono ricami preziosi e soluzioni stilistiche che regalano ogni volta un appeal diverso al prodotto «etico» che segna il riscatto della Sicilia tutta. E "La coppola storta" lancia anche un'intelligente operazione riciclo: portando nel negozio un qualsiasi abito, giacca o tessuto che non usate più, sarà trasformato in coppola dalle artigiane di San Giuseppe Jato in pochi giorni e a soli 15 euro (più spese di spedizione). Nella foto grande, Monica Bellucci

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