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di CHIARA SPEGNI LETTERE d'amore, non solo a San Valentino.

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Da Ovidio a Freud, da Virginia Woolf a Eugenio Montale, ciascuno ha vissuto a modo suo l'esperienza della distanza, dandogli un valore a noi sconosciuto. Ecco allora che le lettere possono diventare non solo un tramite, ma un'appendice dell'oggetto del desiderio, in virtù dell'assenza dell'amato. L'autrice provvede subito a sfatare il pregiudizio che "affibbia" alle donne la mania delle lettere: il genere epistolare è sempre stato universalmente praticato. Per questo nei secoli hanno sempre avuto grande fortuna i "manuali". E le Heroides di Ovidio possono essere considerate l'archetipo del genere, copiate fino al Medioevo. Nell'Ottocento la lettera è ancora oggetto di culto e si codifica come un'arte ed un genere letterario. Gianna Sarra racconta tra queste pagine amori impossibili, rapporti tra madre e figlia, spesso il profondo legame tra intellettuali. Ed è sempre il rapporto epistolare a svelare la passione profonda e spesso la sofferenza alla base di tante relazioni. L'autrice analizza immagini comuni, dolori condivisi, schemi che si ripetono, come quello del "doppio". «L'innamorato, come il mistico, vive letteralmente fuori di sé, in comunione estatica con l'assente» spiega Gianna Sarra parlando del doppio. Una storia poco conosciuta è quella tra Hanna Arendt e il suo Maestro, il professor Martin Heidegger: il loro legame epistolare rappresenta l'incontro tra due fortissime personalità. E così non stupisce che Hanna giudichi tanto severamente la moglie di lui: «Ahimé, quella è semplicemente stupida da morire». Renato Minore, autore della prefazione, sottolinea come un tempo si scrivessero lettere e allora ci si soffermasse meglio su sé stessi e sulle proprie emozioni. Un mondo che non possiamo conoscere adesso perché siamo circondati dalla tecnologia, e tra telefono e messaggi di posta elettronica la distanza amorosa non esiste più. Ma in fondo qualcosa non l'abbiamo dimenticato, basta pensare alle rubriche delle lettere che abbondano in tutti i giornali. Quando l'essere umano vuole fissare pensieri ed emozioni continua a farlo, anche se ormai non usa più la carta e l'inchiostro. Gianna sarra, «La sindrome di Eloisa» Nutrimenti, 159 pagine, 14 euro

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