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Il meccanismo del voto si spiega con Heidegger

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I genitori di Stefano Picchi, un cugino netturbino di Mingardi e due metronotte di Bogliasco hanno garantito di aver visto il Festival fino a mezzanotte inoltrata e di aver perfino votato il loro preferito: Carolina del Grande Fratello. Ora che è finita, comunque, si possono tirare le somme. Il fatto certo è che non è stato il Festival dei cantanti. Fino alla fine, in sala stampa, a proposito dell'identità dei concorrenti è regnata la confusione più totale. Ieri, durante la finale, ho sentito con le mie orecchie Dario Salvatori domandare ai colleghi: «Che ve ne pare di questo Losito?» e Gino Castaldo rispondere: «Boh. Io c'ho il computer rotto da stamattina». Cantanti a parte, essere presenti a Sanremo durante la settimana del Festival, mi ha consentito di vedere una galleria di personaggi di contorno che, da soli, sarebbero valsi il viaggio. Paolo Crepet - A Sanremo ha condotto vita ritirata. Sempre umile e in disparte, lontano da flash e riflettori, ieri sera è stato visto contemporaneamente nel salotto di Vespa, sul palco dell'Ariston al posto di una delle Las Ketchup, al Casinò di Sanremo che psicanalizzava due fishes e alla dogana francese che veniva psicanalizzato da un cane lupo della polizia. I tassisti - A causa dello scarso afflusso di turisti, i tassisti hanno guadagnato poco e si mormora che nella giornata di ieri, abbiano cercato di recuperare le perdite ricorrendo ad escamotage non proprio onestissimi. Un giornalista del Sole 24 ore che alloggiava all'Hotel Miramare ha raccontato di aver chiesto un passaggio per l'Ariston e di esser finito imbarcato, sempre a bordo del taxi, su di un cargo con alcuni parenti di Reitano, di esser sbarcato nel porto dell'Angola, di aver attraversato il continente africano sempre in taxi, di essersi imbarcato su una petroliera libanese nel porto di Algeri, di esser sbarcato a Nizza, di aver raggiunto finalmente il teatro e di esser stato salutato dal tassista con le seguenti parole: «Se non si incontrano tempeste di sabbia, dal Miramare all'Ariston è la strada più breve». Il Capo ufficio stampa Bepi Nava - Durante le conferenze stampa è puntualmente intervenuto per smorzare le polemiche innescate dai giornalisti con la diplomazia di Ozzy Osbourne ed una chiarezza leggendaria. Ad un giornalista che si è permesso di chiedere il compenso di Hoffman, ha replicato calmo e serafico: «E che io le domando quanto guadagna il direttore del suo giornale? I compensi sono segreti». (per la cronaca: il giorno dopo i giornali hanno pubblicato anche quanto ha speso Gnocchi di frigobar). Ad una giornalista de «Il Tempo» che ha chiesto delle spiegazioni più chiare sul meccanismo di voto, ha risposto citando un passo di «Essere e tempo» di Martin Heidegger, un passo di un recente monologo di Trapattoni e infine le ha consegnato un opuscolo affermando: «Per spiegazioni ancora più chiare consulti questo testo».

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