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Hampton re del vibrafono emoziona ancora

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Si tratta di Frank Tenot scomparso all'età di settantanove anni dopo una vita spesa per la musica. Aveva fondato la rivista Jazz Magazine, aveva organizzato una infinità di concerti con le più grandi vedettes americane, aveva anche acquisito, comprandola da Lucien Morisse marito di Dalida, Radio Europe n.1, aveva fondato l'edizione Hachette e ultimamente aveva iniziato a pubblicare su CD i numerosi concerti che aveva presentato sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri parigini. Aver dato la possibilità di poter riascoltare, e in molti casi ascoltare per la prima volta, straordinarie esibizioni dei grandi del jazz è stata una opera altamente lodevole. Fra gli ultimi dischi usciti vogliamo segnalare soprattutto quelli di Lionel Hampton. Il grande vibrafonista lo si ascolta in ben tre CD, registrati rispettivamente il 25 marzo 1961 e il 5 ottobre 1966 all'Olympia e il 9 marzo 1971 alla Salle Pleyel. (Europe 1 - cd 710375-76 e 710462). Nel primo concerto, Hampton è alla testa di una big band che sprigiona uno swing irresistibile. La versione del vecchio «Flying Home», il celebre tema composto durante la seconda guerra mondiale insieme a Benny Goodman e che divenne l'inno di tutti i militari americani, inizia con Lionel Hampton che esegue alcune linee melodiche lontane dal tema , che magicamente affiora dopo poche battute. Nel concerto successivo, Hampton si presenta alla testa di un settetto con l'eccellente trombettista Wallace Davenport e il giovane Al Levitt alla batteria. I cinque brani sono praticamente tutti di Hampton che suona magnificamente con un continuo fluire d'idee. Nel terzo CD, quello della Salle Pleyel, il vibrafonista dirige una orchestra che comprende due «vecchi» compagni del leader, l'organista Milton Buckner e il sassofonista tenore Illinois Jacquet.

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