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Successo creato dal pubblico e seguito dalla critica

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A buon diritto, comunque, perché questo film in cui il regista neozelandese Peter Jackson ha ritrascritto il celebre libro dell'inglese J. R. R. Tolkien con il supporto dell'industria americana spinta al massimo delle sue possibilità non poteva essere più grandioso e più degno di consenso. Il pubblico vi ha aderito, decretandogli un successo planetario, la critica ha seguito, convinta dei suoi valori tecnici, spettacolari e di gusto. Contenti tutti, perciò, anche se molti, a Hollywood, sono rimasti a bocca asciutta, a cominciare dall'australiano Peter Weir che pure, con il suo «Master & Commander», era riuscito molto abilmente a tenersi in equilibrio fra la qualità e lo spettacolo. Il film di Clint Eastwood «Mystic River», che pure aveva dei meriti, ha visto comunque premiare almeno due suoi interpreti, Sean Penn, protagonista, Tim Robbins, non protagonista, mentre gli altri due Oscar per l'interpretazione hanno in modo non del tutto gratuito premiato Charlize Theron, protagonista volutamente imbruttita di «Monster» (un risarcimento?) e Renée Zellweger non protagonista in «Ritorno a Cold Mountain», in cui visto che si trattava di una imitazione di «Via col vento», aveva potuto scimmiottare Vivien Leigh. Nient'affatto gratuito, invece, l'Oscar a Sofia Coppola per la sceneggiatura originale di «Lost in Translation», dove pure si era imposto, ma senza poi essere premiato, Bill Murray protagonista. E tutto da condividere l'Oscar per «Alla ricerca di Nemo» come animazione. Ancora un riconoscimento alla Disney, sempre in prima fila nel campo, e questa volta anche con parecchie innovazioni, non soltanto tecniche. Per chiudere, il film straniero. «Io non ho paura» di Salvatores non era purtroppo entrato nella cinquina, ma «Le invasioni barbariche» che c'era entrato, vincendo a pieni voti ha reso meno amara la nostra sconfitta.

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