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Chiambretti ritorna al passato ma senza entusiasmo

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Manca però la magia dell'epoca, la goliardia pura, il divertissement, il genio dissacrante del piccolo enfant terrible che cercava di rompere, riuscendoci, gli schemi della vecchia Tv. Nella prima puntata, andata in onda ieri, alle 18,50, di «Pronto Chiambretti», che segna l'esordio di Piero Chiambretti su La7, l'espediente di andare in onda da una cabina telefonica appare ancora un momento di rottura spettacolare. Priva, per adesso, di un quid indispensabile: l'originalità degli argomenti trattati e l'incisività delle battute. Chiambretti ha un'enorme potenzialità ironica e satirica e da lui il telespettatore si attende interventi di impatto più forte di un articolo di fondo. Deve utilizzarla al massimo, senza perdersi nei meandri confusionari di una Tv semplicistica: prendersi una sorta di rivincita nei confronti dei due poli televisivi. Nei primi interventi di Chiambretti c'è il festival di Sanremo al centro delle attenzioni. Poi arriva Giuliano Ferrara in collegamento ed il dialogo tra il padrone di «cabina telefonica» ed il conduttore di «Otto e mezzo» rappresenta uno dei momenti più godibili della trasmissione. Ammirevole, ma andrebbe sviluppata meglio, l'idea di mettere Aldo Izzo, storico collaboratore di Chiambretti, in bilico sulla cabina telefonica per controllare il Tg4 di Emilio Fede. Si potrebbero inventare momenti di umorismo volontario ed involontario di straordinaria incisività che, al momento sono assenti. Anche i contributi di Nino Frassica andrebbero rivisti in chiave di maggiore vis comica.

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