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Pozzuoli, metropoli di schiavi e divinità

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Tutte le indicazioni sembravano condurre a Pozzuoli, la Puteoli romana, e più precisamente a quell'altura affacciata sul mare nota come Rione Terra. Oggi sappiamo che qui la Magna Grecia non arrivò mai, giacché gli scavi iniziati nel 1993 e tutt'ora in corso non hanno portato alla luce frammenti di origine greca, ma qualcosa forse ancora più straordinario: l'intera struttura della città romana, un percorso sotterraneo destinato a diventare il più grande parco archeologico urbano d'Europa. Proprio ieri è stata inaugurata una nuova sezione di questo straordinario sito, aperto per la prima volta al pubblico un anno e mezzo fa e la cui estensione è oggi già raddoppiata, grazie all'impegno congiunto della Soprintendenza archeologica e della Regione Campania: quattromila metri quadrati, solo parte di un enorme territorio ancora da esplorare. Fu Scipione L'Africano a promuovere la costruzione di una serie di cittadelle fortificate lungo la costa nel 194 Avanti Cristo. In Età imperiale Augusto e poi Nerone modificarono profondamente il tessuto urbano, e Puteoli da cittadella militare si trasformò in un centro commerciale di primaria importanza, diventando il porto di Roma: qui sbarcò Paolo di Tarso per recarsi nell'Urbe, qui giungevano le merci preziose provenienti da Oriente, qui si trovavano i cibi e le bevande più pregiati, come i vini passiti e resinati; qui, non a caso, Petronio quasi certamente ambientò il suo Satyricon. Numerosi sono gli edifici venuti alla luce, per lo più magazzini e antiche tabernae. L'architettura è varia, ed è possibile seguire l'evoluzione delle tecniche e degli stili. Poco distante, lo splendido tempio, letteralmente inglobato in una chiesa barocca, che andata distrutta nel 1964 in seguito a un incendio, ha messo a nudo la struttura antica. La zona più interessante e più discussa del nuovo percorso è senz'altro quella dei cosiddetti «ergastula», stanzette destinate, pare, ad ospitare gli schiavi. Ancor più spettacolare il «Larario», ambienti dedicati ai Lari, divinità domestiche, dove si conserva uno splendido affresco con le immagini di dodici dei e delle fatiche di Ercole. Il pezzo forte è senza dubbio la testa di Atena Lemnia, il cui originale fu scolpito da Fidia e di cui esistono solo due copie al mondo: l'altra si trova al Museo Archeologico civico di Bologna.

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