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Niente sconti a Sanremo, parola di Canale 5 «Si mandano allo sbaraglio trasmissioni di successo, ma è un rischio che impone il mercato»

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Come si può verificare dando un'occhiata allo schieramento puntato da Canale 5 la prossima settimana contro la rivale Raiuno, invece, il 54mo Festival di Sanremo, targato Tony Renis e Simona Ventura, non godrà degli stessi rispettosi riguardi di cui hanno beneficiato le precedenti edizioni. Politiche commerciali imposte da altri grandi appuntamenti che hanno accorciato la stagione-tv, il commento in esclusiva del «dottor sottile» del video Giovanni Modina, direttore della tv del Biscione: come non credergli? Semplice: credendogli a metà. Quella politiche commerciali, infatti, non avrebbero mai trovato spazio se dal 2000 al 2003 l'ascolto delle cinque serate di Sanremo non fosse progressivamente calato dal 14,64% (12 milioni 921mila telespettatori) al 10,13% (8 milioni 887,9mila telespettatori). E, in fondo, se con una modesta controprogrammazione da 3-4 miliardi di vecchie lire, l'anno scorso, Canale 5 ha ottenuto il 20.34% in prima serata, che cosa gli impedirà di migliorare ancora, quest'anno, grazie all'attacco con pezzi da novanta, che costano almeno il doppio, a quello che si preannuncia come il Festival di minor profilo degli ultimi anni? Non è così direttore Modina? «È vero, abbiamo alzato il livello di qualità dei programmi. Il ragionamento che ci ha portato a programmare nella settimana del Festival di Sanremo questi titoli ha origine da condizioni diverse rispetto al passato. Si è posta la necessità di attrezzarci per garantire un senso continuativo alla nostra programmazione di prima serata. Negli anni scorsi, andavamo a pescare fra i vari "Trinità" e "Il meglio di", ma era difficile far digerire quelle interruzioni ai produttori dei programmi che venivano sospesi in concomitanza con Sanremo». Non si rischia lo spreco di una programmazione che in qualsiasi altra settimana otterrebbe un sicuro successo? «Sì, certo, questo rischio c'è. Ma la fase del mercato, purtroppo, non ci lascia altra scelta. Prima il cosiddetto "periodo di garanzia" (il calendario che garantisce agli inserzionisti pubblicitari ascolti alti, grazie alla messa in onda di programmi importanti, n.d.r.) partiva dopo Sanremo, ma da qualche tempo il Festival, che prima cadeva in febbraio, è stato posticipato a marzo. E di conseguenza il periodo di garanzia è stato anticipato a fine gennaio, con termine a fine maggio, anziché nella seconda settimana di giugno. Inoltre, la stagione è stata ulteriormente accorciata a causa degli Europei di calcio. Vorrà dire che risparmieremo a giugno ciò che investiamo ora». Nello scorso gennaio, l'ascolto medio Rai, in prima serata, è stato del 43.38%; Mediaset ha ottenuto il 45.62%, del quale il 25.81% è andato a Canale 5. Qual è il vostro obiettivo nella settimana di Sanremo? «Considererei sicuramente positivo per Canale 5 un valore di prima serata tra il 22 e il 22,50%. E per conquistare questo risultato, la prossima settimana, alla domenica e al lunedì, quando non ci sarà ancora il Festival, trasmetteremo un altro titolo di punta "Le stagioni del cuore", fiction in 12 puntate, con Anna Valle e Alessandro Gassman, su cui contiamo per mantenere il primato che abbiamo conquistato la domenica sera con "Elisa di Rivombrosa"».

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