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I dilettanti di Scotti bruciano i sogni di Raffaella Carrà

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TELEDICO

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I dilettanti allo sbaraglio, inestimabile patrimonio d'audience dell'indimenticabile Corrado, hanno conquistato nella puntata d'esordio 6.356.000 spettatori, relegando i «Sogni» della Carrà a soli 5.806.000 affezionati. Il risultato era prevedibile. E meraviglia come la stessa Carrà ed i responsabili di Raiuno non lo avessero previsto. La realizzazione di un sogno non rappresenta un'emozione collettiva come il ricongiungimento tra familiari di «Carramba che sorpresa!», ma solo un privilegio esteso a pochi eletti che, in un periodo di ristrettezze economiche come l'attuale, rischia di disturbare la sensibilità del telespettatore comune. Era già accaduto lo scorso anno con «L'uomo dei sogni», condotto da Cristina Parodi su Canale 5 che consentiva ad un ricco rampollo di scegliere la propria donna tra venti aspiranti. Nonostante i due format siano stati amatissimi all'estero, gli italiani li hanno penalizzati. Il meccanismo della Corrida, nella sua spietata goliardia, appare ancora vincente. I concorrenti sono alla merce di un pubblico scatenato che li premia o li punisce in maniera chiassosa, persino provocatoria. Sotto questo aspetto la Corrida è l'antesignano di tutti i reality show attuali, il primo esempio di Tv realtà nel quale il voyeurismo ancora casereccio, ingenuo e popolare ha fatto capolino attraverso le performance di gente comune che, pur di apparire in video, accetta di essere sonoramente fischiata. Mar. Cat.

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